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Maxi inchiesta in Liechtenstein: le similitudini con San Marino

27 feb 2008
Banconote di Euro
Banconote di Euro
E’ una vicenda che assomiglia molto a quelle che in questi mesi hanno attraversato la Repubblica di San Marino. Il Principato del Liechtenstein si trova nel bel mezzo di una bufera per via dell’operatività delle sue banche, chiamate in causa da una maxi inchiesta sull’evasione fiscale che sta attraversando la Germania. E’ una storia di servizi segreti, di un disco di dati informativi ceduto da un dipendente infedele, di tensioni fra due stati, di legislazioni diverse, di un sistema che rischia di essere messo in seria difficoltà. Le autorità tedesche – stando alle cronache – hanno acquistato, a suon di milioni di euro, i tabulati riservati della banca più importante del principato e di qui fatto partire l’indagine che ha portato in carcere anche personaggi illustri, come il direttore della Deutche Post. Ma non basta. Il Governo tedesco punta il dito sulle banche del Liechtenstein e il principato protesta ricordando che la propria normativa tutela il segreto bancario e che l’azione delle sue banche risponde appieno ai dettami della legislazione vigente e degli accordi internazionali.
Una vicenda che ricorda chiaramente ciò che il Titano si trova ad affrontare da qualche tempo, anche se qualche differenza sostanziale c’è: in primo luogo un accordo già firmato tra San Marino e Italia contro le doppie imposizioni fiscali, che il parlamento italiano non ha ancora ratificato a 6 anni di distanza. Poi c’è l’accordo Ecofin firmato dalla Repubblica di San Marino con l’Unione Europea, che fissa i criteri per il mantenimento del segreto bancario e per un eventuale scambio di informazioni. Da notare poi che in appendice all’Accordo Ecofin si rimandava alla sottoscrizione di accordi bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali con i singoli paesi dell’Unione Europea, numerose le trattative aperte, numerose le intese sottoscritte.
Il primo ministro tedesco, Angela Merkel ha dichiarato di voler lanciare una battaglia contro tutti i paradisi fiscali in Europa e il presidente dell’Ecofin, Junker, ha fatto sapere che se ne parlerà in seno all’organismo europeo. Junker, del resto, è il primo ministro del Lussemburgo, uno dei piccoli Stati d’Europa, come San Marino, mentre il Segretario Generale dell’Ocse, Angel Gurrìa, ha messo in evidenza come solo tre Paesi siano in difetto relativamente alle regole comunitarie: Andorra, Monaco e Liechtenstien. Dunque i passi compiuti da San Marino sono ampiamente riconosciuti a livello europeo. Allora perché – ci si chiede – continua una pressione sulle banche sammarinesi, sulla operatività del sistema, sulle imprese, da un punto di vista fiscale? Per il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Fiorenzo Stolfi, la partita si gioca a livello europeo, e lo dimostra il fatto che al centro dell’attenzione si trovano tutti i Piccoli Stati, costretti ad affrontare gli stessi problemi nei rapporti con i paesi confinanti. Dunque non è una questione di relazione con l’Italia, con la quale l’auspicato accordo di cooperazione economica dovrà fare chiarezza una volta per tutte. La linea sulla quale sta ragionando il Liechtenstein – gli fa eco il Segretario alle Finanze Stefano Macina – è la stessa già adottata da San Marino, segno che avevamo visto giusto e che prima di altri abbiamo deciso di puntare sulla riservatezza bancaria in cambio di informazione amministrativa, non automatica ma una collaborazione in presenza di reati. Questo conferma – conclude Macina – che le scelte vanno fatte pensando alle esigenze del Paese, prima che altri te le impongano. E gli altri – conclude Macina - si apprestano a muoversi sulla strada che abbiamo segnato.

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