Da Bruxelles i timori di una nuova stretta a livello europeo su salari, pensioni, previdenza sociale e servizi ai cittadini - sull'onda del nuovo patto di stabilità - porta ad una risoluzione del Comitato Esecutivo della CES contro le politiche di austerity. Atteso l'intervento dell'ex premier Mario Draghi, secondo cui la competitività non deve essere un fattore di regresso dei diritti sociali, sindacali e contrattuali, sottolineando inoltre la necessità di restituire un concreto potere di acquisto ai salari ed agli stipendi europei.
Sul fronte occupazionale, l'elemento positivo è la regolamentazione dei distacchi transfrontalieri, recentemente recepita anche a San Marino nell’ambito dell’Accordo Tripartito. Grande incompiuta è invece la normativa sugli appalti, prevalentemente pubblici, basati sul minor prezzo senza tenere in debita considerazione i diritti contrattuali e sociali dei lavoratori. Spazio rilevante è stato dedicato anche agli effetti del cosiddetto “Green Deal”, con l'attenzione rivolta alla protesta degli agricoltori. Per la CES la transizione ecologica non può tradursi in un'ulteriore riduzione del reddito delle fasce più deboli mentre le multinazionali continuano ad arricchirsi sempre di più.
A Bruxelles erano presenti anche Enzo Merlini per la Csdl, Gianluigi Giardinieri per la Cdls e Francesca Busignani in rappresentanza di USL. Preoccupano gli effetti dell'annunciata nuova stretta economica, che inciderà soprattutto sui Paesi più indebitati, comportando ulteriori, inaccettabili sacrifici per le categorie dei lavoratori, pensionati e famiglie. Ricomincia dunque la battaglia contro l'austerity: sarà questa l’azione sindacale europea per il prossimo futuro.