Il 2005 è stato un anno storico per il sistema bancario e finanziario della Repubblica, e non solo perché è stato sfiorato il 14% di crescita, mai così alto negli ultimi cinque anni. I processi di riforma sono stati completati “e ci piace pensare – ha spiegato il presidente, Antonio Valentini – che la crescita sia dovuta proprio ad una maggiore credibilità dei nostri istituti, conquistata attraverso le riforme ed il potenziamento del servizio di vigilanza, che ha dato più certezze sulla solidità del nostro sistema”. Nel giugno 2005 si è concluso il processo di integrazione tra l’Ics e l’Ispettorato per il credito e le valute, che ha dato vita alla Banca Centrale. Qualche numero. Al 31 dicembre 2005, con 12 banche e 42 società finanziarie e fiduciarie operative, la raccolta totale è stata di 11,7 miliardi di euro, suddivisi in 6 miliardi di raccolta diretta e 5,7 miliardi di raccolta indiretta. Tra il 2004 e il 2005 il numero dei dipendenti è cresciuto di 53 unità, raggiungendo il totale di 517. Durante il 2005 ha iniziato ad operare la Banca Sammarinese di Investimento, già autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria nel 2003, ed è stata concessa l’apertura di 5 nuove filiali, portando il loro numero totale a 52, ovvero ad una filiale ogni 577 abitanti. Nessun contraccolpo, assicurano i vertici di Banca centrale, tra cui il direttore Luca Papi e il vicedirettore Daniele Bernardi, dalle maggiori ritenute applicate sui redditi da risparmio dei non residenti, conseguenti all’accordo Ecofin: “San Marino – ha spiegato Valentini – non si trova in condizioni di svantaggio rispetto ad altri Stati europei, che hanno potuto mantenere il segreto bancario. Il nostro obiettivo – ha concluso – è anzi quello di attrarre sempre più investitori italiani, che oggi scelgono Lussemburgo o Irlanda: contiamo di riuscirci coi fondi di investimento di diritto sammarinese, in vigore proprio da novembre”.
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