E’ il nuovo regime fiscale semplificato italiano, diventato operativo dal 2 gennaio dopo la forma del decreto di attuazione delle norme. Prevede la possibilità per i piccoli imprenditori, di abbandonare libri contabili, scadenze e altri obblighi fiscali, per adottare un sistema molto simile a quello “forfetizzato”, già in vigore da tempo nella Repubblica di San Marino. Un metodo che consentirà di calcolare il reddito dalla differenza tra l’ammontare dei ricavi e quello delle spese sostenute nell’esercizio dell’attività. Potranno optare per questa contabilità semplificata le persone fisiche titolari di partiva Iva che fatturano fino a 30.000 euro l'anno.
Ma il decreto prevede una limitazione, che non mancherà di provocare contraccolpi nell’economia della Repubblica di San Marino: non potranno infatti usufruirne coloro che nel 2007 abbiano effettuato operazioni con il Vaticano e con San Marino. “Mi pare – commenta il Presidente dei Commercianti, Marco Arzilli – sia l’ennesima voglia di toglierci la possibilità di operare con l’Italia, di isolarci dal sistema economico. Credo sia ora – aggiunge – che il nostro Paese affronti la questione dei rapporti fiscali e commerciali e dia le risposte necessarie”. Più pacata è la valutazione del Segretario dell’Anis, Carlo Giorgi, che riconosce la nuova normativa italiana possa provocare qualche contraccolpo sul Titano ma piuttosto lieve, viste le cifre previste. “Certo – commenta – è un modo per disincentivare. Non lo vedo come un atto specifico contro San Marino e il suo sistema economico – aggiunge Giorgi – anche se il risultato resta quello di una penalizzazione, seppure in piccola parte, dal momento che potrà scoraggiare i piccoli artigiani, le persone fisiche, come dice il decreto, con partita Iva, ad operare con San Marino”.
A restringere ulteriormente il campo dei soggetti interessati alla nuova norma ci sono gli obblighi a non aver sostenuto spese per il lavoro dipendente, a non aver erogato somme sotto forma di utili agli associati e a non aver acquistato nei tre anni precedenti beni strumentali del valore complessivo superiore a 15 mila euro. Sono esclusi dal nuovo regime anche coloro che operano in attività alle quali si applicano regimi speciali Iva (ad esempio in settori quali agricoltura, tabacchi, gestione di telefonia pubblica, agriturismo, vendite a domicilio), così come chi effettua in via esclusiva o prevalente operazioni di cessione di fabbricati e di rivendita di auto. Criteri che, di fatto, aprono questa opportunità a chi lavora da solo in determinati settori, senza dipendenti, senza aver spartito utili e senza aver fatto alcun investimento negli ultimi 3 anni.
Ma il decreto prevede una limitazione, che non mancherà di provocare contraccolpi nell’economia della Repubblica di San Marino: non potranno infatti usufruirne coloro che nel 2007 abbiano effettuato operazioni con il Vaticano e con San Marino. “Mi pare – commenta il Presidente dei Commercianti, Marco Arzilli – sia l’ennesima voglia di toglierci la possibilità di operare con l’Italia, di isolarci dal sistema economico. Credo sia ora – aggiunge – che il nostro Paese affronti la questione dei rapporti fiscali e commerciali e dia le risposte necessarie”. Più pacata è la valutazione del Segretario dell’Anis, Carlo Giorgi, che riconosce la nuova normativa italiana possa provocare qualche contraccolpo sul Titano ma piuttosto lieve, viste le cifre previste. “Certo – commenta – è un modo per disincentivare. Non lo vedo come un atto specifico contro San Marino e il suo sistema economico – aggiunge Giorgi – anche se il risultato resta quello di una penalizzazione, seppure in piccola parte, dal momento che potrà scoraggiare i piccoli artigiani, le persone fisiche, come dice il decreto, con partita Iva, ad operare con San Marino”.
A restringere ulteriormente il campo dei soggetti interessati alla nuova norma ci sono gli obblighi a non aver sostenuto spese per il lavoro dipendente, a non aver erogato somme sotto forma di utili agli associati e a non aver acquistato nei tre anni precedenti beni strumentali del valore complessivo superiore a 15 mila euro. Sono esclusi dal nuovo regime anche coloro che operano in attività alle quali si applicano regimi speciali Iva (ad esempio in settori quali agricoltura, tabacchi, gestione di telefonia pubblica, agriturismo, vendite a domicilio), così come chi effettua in via esclusiva o prevalente operazioni di cessione di fabbricati e di rivendita di auto. Criteri che, di fatto, aprono questa opportunità a chi lavora da solo in determinati settori, senza dipendenti, senza aver spartito utili e senza aver fatto alcun investimento negli ultimi 3 anni.
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