La Segreteria agli Interni prosegue l’analisi della mission degli uffici pubblici, entro febbraio la consegna ai sindacati della fotografia della pubblica amministrazione con numeri e posti vacanti. Una mappatura sulla quale però è destinato a pesare l’invecchiamento della PA. Si va in pensione al ritmo di 90 dipendenti l’anno - dice Antonio Ceccoli, dirigente della CDLS – che fa riferimento ai dati dell’Ufficio Studi sui flussi in uscita per pensionamenti. Sono 575 i dipendenti effettivamente in organico che hanno un’età compresa fra i 50 e i 60 anni. Tenuto anche conto che i pensionamenti oltre i 60 anni sono poco numerosi, si può calcolare una media annua di 50/60 uscite. Un altro contributo sul tema dell’invecchiamento della P.A., viene dall’analisi dell’anzianità di servizio: i lavoratori che hanno maturato tutti e dieci gli scatti biennali di anzianità superano abbondantemente le 800 unità e pertanto un calcolo approssimativo indica che nei prossimi 15 anni il flusso in uscita sarà mediamente superiore alle 50 unità all’anno; dato che conferma il calcolo effettuato sull’età anagrafica. Ulteriori considerazioni vengono fatte sui settori ausiliari e cioè sul contratto privatistico e sui salariati A.A.S.P. In generale si può affermare che nei due settori sono complessivamente 450 i dipendenti compresi fra i 50 e i 65 anni, per cui la media annua in uscita si attesta intorno alle 30 unità. Più realisticamente, tenendo conto della già citata variabile relativa ai cantieri integrativi, la media potrebbe avvicinarsi ai 35 pensionamenti annui, portando il contingente totale in uscita nel settore pubblico allargato ad una media di 85/90 unità annue. Numeri che incidono per Ceccoli, sul confronto con l’esecutivo, dal momento che bisognerà fissare delle regole che permettano di governare il turn over della P.A. senza compromettere l’efficienza dei servizi.
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