Guardando all’Italia non c’è troppo da lamentarsi. Oltreconfine il tasso di disoccupazione – stabile in questi ultimi mesi – è dell’8,7%; per non parlare, poi, della media europea, che sfiora il 10%. A San Marino i numeri sono diversi. I disoccupati – a giugno 2010 – rappresentavano il 4,44% del totale della forza lavoro; quelli in senso stretto – i soggetti, cioè, immediatamente disponibili all’ingresso nel mondo del lavoro – il 2,78%. Preoccupa, però, il trend di questi ultimi tempi. Nell’arco di soli 12 mesi le persone alla ricerca di un’occupazione sono salite da 600 a 730: poco meno di un punto percentuale. Sono gli effetti della crisi, ben fotografati dalla Relazione Economico Statistica al Bilancio di Previsione 2011. Siamo ai livelli del 2002: anno in cui si era avuta una significativa contrazione del mercato del lavoro a causa di alcune turbolenze nel settore manifatturiero, poi riassorbite l’anno successivo. Ma torniamo all’oggi. Con due considerazioni. La prima: sono le donne ad avere la percentuale più alta sul totale della disoccupazione. Il distacco è abissale: il rapporto è di due a uno. A giocare a loro sfavore – a livello lavorativo – soprattutto la maternità. Il rientro, dopo mesi di interruzione, si rivela spesso problematico, specialmente di questi tempi. E poi l’incidenza del fenomeno della disoccupazione a seconda dell’età. Chi soffre di più, dati alla mano, sono le persone nel pieno della maturità lavorativa: quelle nella fascia compresa tra i 31 e i 40 anni, per intenderci. A giugno dello scorso anno erano 210; contro – ad esempio – i 144 della fascia d’età dai 19 ai 25.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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