Proposte chiare e celeri. Le organizzazioni sindacali incalzano e chiedono al governo, da un lato, di formulare proposte nuove, per impianto e filosofia, sulla riforma del mercato del lavoro; dall’altro, di stringere i tempi sul contratto della PA. Sulla riforma del mercato del lavoro – ricordano in una lettera inviata all’esecutivo – già 4 gli incontri tecnici organizzati per migliorare la bozza di legge, eliminare la precarietà esistente, garantire diritti ed estendere tutele. Un riferimento particolare alla situazione dei frontalieri: si chiede all’esecutivo di dare un segnale politico sulla situazione di 6 mila lavoratori per stabilizzarne le condizioni contrattuali, riconoscendo il tempo indeterminato.
Sono poi le federazioni pubblico impiego ad incalzare chiedendo di stringere i tempi e annunciando la mobilitazione: dal 16 maggio presidi davanti ai luoghi di lavoro per informare sulle ragioni del rinnovo, per poi passare ad una seconda fase di protesta con scioperi a scacchiera: 6 ore annunciate dal 23 maggio. Proprio sul contratto PA si traccia un bilancio negativo sul procedere della vertenza, si imputano al governo controproposte troppo generiche o agli antipodi rispetto a quelle sindacali, come nel caso della proposta del Congresso di stato sul versante economico.
Sono poi le federazioni pubblico impiego ad incalzare chiedendo di stringere i tempi e annunciando la mobilitazione: dal 16 maggio presidi davanti ai luoghi di lavoro per informare sulle ragioni del rinnovo, per poi passare ad una seconda fase di protesta con scioperi a scacchiera: 6 ore annunciate dal 23 maggio. Proprio sul contratto PA si traccia un bilancio negativo sul procedere della vertenza, si imputano al governo controproposte troppo generiche o agli antipodi rispetto a quelle sindacali, come nel caso della proposta del Congresso di stato sul versante economico.
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