Un tessuto produttivo che si arricchisce: 92 aziende in più in un anno. Sono 5.049 e il grosso, sul fronte numerico, è sempre rappresentato dal commercio (1.110 attività) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (1018), seguite dal manifatturiero e dalle costruzioni, che è però il settore che, nell'anno, ha subito di più: un calo del 4,1% delle attività. Territorio che mantiene la sua caratterizzazione nella prevalenza delle piccole dimensioni d'impresa: il 44% delle realtà ha da 1 a 9 addetti, il 49% non ha dipendenti.
A proposito di forza lavoro: cresce ancora, di 463 unità, è il 2%. Oltre 23.600 (23.674) i lavoratori, per lo più dipendenti, rappresentano il 90%. E prevale il privato: quasi 17.600 (17.597) occupati, rispetto ai circa 3.700 (3.711) del pubblico allargato, che pure quest'anno ha registrato aumenti: 157 nuove unità, di cui 88 nella PA, 63 all'ISS. Ma l'aumento più rappresentativo è nel frontalierato: +8,1%, 540 lavoratori in più da fuori confine. Sono quasi il 34% (33,8%) della forza lavoro, per lo più operai e impiegati, visto che solo l'1,7% dei frontalieri ricopre ruoli dirigenziali.
La statistica poi conferma con i numeri il quadro di una disoccupazione che cala: 508 disoccupati in senso stretto, 177 in meno sul 2021. Per due terzi sono donne, 1 su 10 è laureato. Nell'anno della post-pandemia, della guerra e della crisi energetica spicca il dato della Cassa integrazione: 278 aziende vi hanno fatto ricorso, per oltre 1 milione 719mila euro, per il 64% motivati proprio dalle “situazioni temporanee di mercato”.