Ben venga la delegazione della Commissione Europea a verificare il rispetto della parità di trattamento per i lavoratori frontalieri, non troverà sicuramente un paese all’anno zero. Il commento è delle organizzazioni sindacali che ricordano come nel campo della tutela qualche passo avanti sia stato compiuto nell’ultimo contratto di lavoro del settore industria. “Chiederemo – fanno sapere le organizzazioni dei lavoratori – di essere ascoltati dai membri dell’organismo europeo”. A mettere l’accento sui progressi ottenuti e l’impegno della Repubblica per trovare una soluzione è anche l’Esecutivo. “Abbiamo inserito questo aspetto – evidenzia il Segretario di Stato all’Industria, Claudio Felici – nella bozza di accordo di cooperazione economica, a dimostrazione di quanto siamo interessati a trovare un’intesa. Non si può certo dire – aggiunge Felici – che questo sia uno stato che non si è mai mosso su questo problema”. L’ultimo rinnovo contrattuale ricordano i sindacati, ha introdotto alcune norme antiprecarietà, come il rinnovo automatico del contratto dopo 4 anni di occupazione continuativa, poi la decisione di avviare una apposita commissione sul frontalierato, che dovrà studiare le forme di passaggio dal contratto a tempo determinato ad un rapporto di lavoro stabile. Fra le ipotesi la trasformazione in contratto definitivo per il lavoratore che abbia accumulato 10 anni di anzianità. “Pur essendo una questione da risolvere – spiegano le organizzazioni dei lavoratori – il problema più pressante oggi è quello della doppia tassazione. Nonostante le manifestate volontà di risolvere una situazione aperta, gli orientamenti contenuti nella finanziaria ci preoccupano; quello che ci aspettiamo – rilevano i rappresentanti della CSU – è un segnale concreto sul fronte della fiscalità”.
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