Tutti un po’ più poveri dopo le feste. E non è cosa strana. La tredicesima è servita, in buona parte, a pagare le spese fisse. Poi, naturalmente, ci sono stati acquisti di Natale, viaggi, pranzi e cene. Uscite che qualcuno non poteva permettersi, e che quest’anno sono state “rivisitate” in chiave risparmio. Alcuni negozi del centro Storico sentono forte sulle loro tasche questa corsa alla sobrietà. “I turisti entrano, chiedono, ed escono a mani vuote - racconta, amareggiata, una negoziante di Città - e non stiamo parlando di cifre alte, tutt’altro”. Insomma, chi è salito sul Titano ha comprato poco e ha speso meno. Un po’ tutti gli esercenti stanno soffrendo. Emanuele Marinelli dell’Usc conferma. Le lamentele ci sono, inutile negarlo. La crisi si è abbattuta pesantemente su attività che propongono certi tipi di prodotto come articoli da regalo ed oggettistica di qualità. Sempre più spesso si sente la parola “riqualificare”, soprattutto per il centro storico. Marinelli conferma che c’è stata una crescita, anche se piccola. “Il potenziale è alto – dice – e ci sono negozi che propongono articoli di valore che attirano clientela anche da lontano. Ma è più alto il numero di chi cerca oggetti a poco prezzo, quindi i negozianti non fanno altro che adattarsi alla domanda”. “In periodi di magra come questi – ammette – è difficile far comprendere la riqualificazione. Manca la materia prima: un numero discreto di persone con una buona possibilità di spesa”.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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