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Lo stato delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni

18 gen 2008
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Le convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni vedono al momento uno stop dei lavori per la delegazione tecnica sammarinese. La priorità, dopo i recenti fatti, va all’accordo in corso con l’Italia. In questo senso sono previsti incontri in calendario già dalla prossima settimana. Ma è sul nodo del segreto bancario che si gioca la partita con gli altri paesi. Il governo italiano non era troppo soddisfatto del capitolo relativo allo scambio di informazioni previsto dall’accordo contro le doppie imposizioni fiscali siglato nel 2002: uno dei motivi per i quali non è mai arrivata la ratifica del parlamento di Roma. Lo stesso problema si ripeterà nei contatti bilaterali con paesi dell’Unione Europea. “San Marino necessita di adeguare lo scambio di informazioni in base ai nuovi standard fissati dall’ Ocse – dice Luciano Bollini – che prevede 5 punti. Se i primi 4 sono accettabili da parte nostra, e in ogni caso se ne parlerà in Consiglio, l’ostacolo è rappresentato dal 5 punto, per il quale il segreto bancario non può essere l’unico motivo di diniego alla richiesta di informazioni. Un punto - secondo il funzionario del dipartimento esteri - sul quale altri paesi hanno ottenuto una sorta di protocollo aggiuntivo. Come Svizzera e Lussemburgo. In pratica la massima collaborazione scatta solo nel caso di vicende con un impianto criminoso ben preciso. “Dobbiamo trovare il giusto compromesso – conclude il funzionario sammarinese - senza venire meno a un segreto bancario per il quale abbiamo accettato le regole dell’accordo Ecofin, cioè la tassazione del risparmio alla fonte. La strada c’è. Altri paesi l’anno aperta”.

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