Cresce di quasi il 9% il numero di incontri, mentre le giornate di presenza congressuale sfiorano il milione e centomila. Sono numeri tutti positivi quelli presentati da Convention Bureau sull’andamento del mercato congressuale nella provincia di Rimini, per il primo semestre 2006, e sono numeri in controtendenza rispetto al mercato nazionale italiano che invece registra perdite consistenti, soprattutto nelle grandi città. Un altro aspetto in controtendenza riguarda la tipologia della clientela. La drastica riduzione dell’attività delle organizzazioni non profit non tocca la provincia riminese. Il numero di incontri delle associazioni culturali cresce del 12,69%, quelle sportive dell’11 e 98 e quelle religiose del 10,95%. Crescono del 7% i congressi di fascia media, con un massimo di 300 partecipanti, di oltre il 5% quelli che hanno fino a 2.000 partecipanti e addirittura dell’8,68% la fascia dei mega eventi. La ragione principale è nel controllo dei prezzi. "La tendenza negativa italiana - spiega Mauro Ioli presidente di Convention Bureau - non ha condizionato la provincia di Rimini. Non a caso, le città che hanno aumentato i prezzi di circa il 15% sono quelle che hanno avuto i risultati peggiori". In attesa della costruzione del nuovo palacongressi che dovrebbe vedere la luce nel 2008, Convention Bureau registra per il terzo anno consecutivo dati positivi, ma quella del direttore Stefania Agostani è una riflessione dolce-amara: "Il fatto che Rimini abbia fatto meglio del resto d’Italia, dice, non mi rallegra perché il rischio è che questo dato negativo stemperi l’attenzione verso l’attività congressuale". Un settore che, come viene ricordato, rappresenta il 30% del volume d’affari turistico del territorio.
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