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Israele: il ministro Lapid afferma che Gerusalemme non si opporrà a un buon accordo sul nucleare iraniano

3 gen 2022
SRV_CAVIGLIA
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Mentre in Israele è già iniziata la somministrazione della quarta dose del vaccino anti-Covid per gli ultrasessantenni, dal 9 gennaio sarà possibile, per i turisti vaccinati o guariti dal virus, atterrare di nuovo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Intanto oggi i siti dei due più importanti giornali israeliani in inglese e in ebraico, il Jerusalem Post e il Maariv, sono stati hackerati con la frase “Siamo vicini a te dove non pensi” e il fotomontaggio di un missile che distrugge una centrale nucleare israeliana, proveniente dall’anello del Generale iraniano Soleimani, del quale ricorre il secondo anniversario dall’omicidio.

Il capo dell’unità delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche si spostava di frequente fra Iraq, Libano e Siria per armare e organizzare gli alleati dell’Iran nella guerra contro Israele e gli Stati Uniti, quando nel 2020 a Baghdad è stato colpito da quattro missili lanciati da un drone. E oggi l'agenzia di stampa iraniana Tasnim ha lanciato un nuovo sito in lingua ebraica per sottolineare l’importanza strategica della questione palestinese per i musulmani di tutto il mondo, e ha aperto anche un account Twitter e uno Instagram, sempre in ebraico, per veicolare la propaganda di Teheran fra la popolazione arabo-israeliana e destabilizzare l'opinione pubblica. Ma una frase del ministro degli Esteri israeliano sembra aprire uno spiraglio sulla riapertura dei colloqui per il nucleare iraniano ripresi oggi a Vienna dopo la pausa del Capodanno. Lapid ha affermato che Israele “non è affatto contro ogni accordo” che possa scaturire dai negoziati con l'Iran, anzi ha sottolineato “Un buon accordo sarebbe un’ottima notizia, e Israele non si opporrà a un buon accordo sul nucleare”.

Anche se l’Iran continua a non spostarsi di un millimetro dalla richiesta di ritiro immediato e incondizionato delle sanzioni economiche, avvertendo i diplomatici occidentali che il tempo per salvare l'accordo sta per scadere. Toccherà a Pechino e a Mosca cercare di convincere Teheran a mostrare flessibilità su alcune richieste.

Massimo Caviglia





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