Terminate le consultazioni, il Presidente israeliano Herzog ha incaricato l’ex premier Netanyahu, attualmente capo dell’opposizione, di formare il nuovo esecutivo. Nonostante abbia 28 giorni a disposizione, Netanyahu potrebbe presentare il governo già nel corso della prossima settimana ma le trattative probabilmente si prolungheranno a causa delle richieste incrociate di ministeri da parte degli alleati.
Secondo indiscrezioni, il Presidente Herzog avrebbe chiesto all’attuale premier Lapid e al Ministro della Difesa uscente Gantz di partecipare a un governo di unità nazionale per stemperare le richieste dell’estrema destra e ridurre l’influenza di Ben Gvir, che ritiene sia un problema per il Paese. Ma i due leader di centro hanno rifiutato di entrare in un esecutivo con Netanyahu. Le complicazioni politico-internazionali che Ben Gvir e il suo alleato Smotrich potrebbero creare al nuovo premier riguardano l’estensione della sovranità sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania e l’accesso degli ebrei al Monte del Tempio o Spianata delle Moschee a Gerusalemme.
Durante un incontro con Herzog, il Re di Giordania ha sollevato la questione avvertendo Israele di non apportare modifiche allo “status quo” del luogo sacro. E l’ONU ha votato a favore della risoluzione palestinese che chiede alla Corte Internazionale di Giustizia un parere sugli insediamenti e le annessioni, ignorando però i legami ebraici col Muro del Pianto e il Monte del Tempio, cui la risoluzione e i palestinesi fanno riferimento con il solo nome arabo, Haram al-Sharif, reclamandolo come proprio nonostante il Tempio di Salomone sia stato costruito più di 1.600 anni prima delle Moschee.
L’ambasciatore israeliano all’ONU ha affermato che “la libertà di culto è un valore che i palestinesi si rifiutano di tollerare”, accusando le Nazioni Unite di diffondere “falsità che perpetuano il conflitto israelo-palestinese”. Perché la dicitura sul Monte del Tempio serve solo a screditare Israele.
Massimo Caviglia