Parte dal Libano la missione in Medio Oriente del ministro degli Esteri Antonio Tajani, sbarcato ieri con un obiettivo: favorire la de-escalation nel conflitto tra Israele e Hamas.
"Deve esserci un mutuo riconoscimento - spiega il ministro -: lo Stato palestinese deve riconoscere Israele e Israele deve riconoscere lo Stato Palestinese. Ci può anche essere una fase di transizione, guidata dalle Nazioni Unite sul modello di quello che è successo qui in Libano. L'Italia è pronta a dare il suo contributo". Dunque sostegno a Israele, ma insistendo per l'avvio di un percorso diplomatico e politico.
Stamattina l'incontro con il presidente israeliano Herzog, a Gerusalemme. Sul tavolo, ovviamente, la guerra a Gaza e la conseguente situazione internazionale. A seguire il faccia a faccia con il premier Netanyahu, con l'omologo Katz e con il ministro del Gabinetto di guerra Gantz.
L'Italia porta il suo aiuto nella Striscia anche sotto forma di cure: “Pronti a costruire un ospedale da campo a Gaza o subito fuori”, fa sapere Tajani. Nel frattempo a Khan Yunis viene colpito un rifugio per sfollati: almeno 12 morti e decine di feriti.
Le Idf accusano Hamas, ma gli Usa le mettono in guardia: “Israele ha la responsabilità di proteggere i siti umanitari”.
Monito che arriva dopo il raid israeliano di ieri sul campo profughi di Nuseirat, che ha ucciso 4 bimbi. Dal Qatar arriva una proposta di tregua, ma la destra israeliana attacca Doha. Resta dunque lontana la prospettiva di un nuovo scambio di prigionieri. E così le famiglie degli ostaggi israeliani bloccano nuovamente il valico di Kerem Shalom, impedendo ai camion carichi di aiuti di entrare nella Striscia.
Nel video l'intervista al ministro degli Esteri, Antonio Tajani