È salito ad almeno 25 morti il bilancio delle vittime nell'ultimo raid israeliano in Siria avvenuto nella notte. L'attacco, secondo quanto riportato da fonti militari di Tel Aviv, ha avuto come obiettivo tre siti militari dove Hezbollah stava costruendo armi. Dopo il lancio Israele ha esortato i residenti palestinesi nell'area di Atatra a evacuare. Non è tardata la risposta degli alleati: dal Libano due droni sono stati lanciati verso una città a nord dello stato ebraico. Il ministero degli esteri di Theran ha definito il bombardamento un atto criminale: “Rifiutando di firmare un accordo per il cessate il fuoco a Gaza – afferma il portavoce del ministero – Israele sta aprendo le porte dell'inferno”.
Intanto Hamas nega di aver presentato nuove condizioni ai mediatori per il rilascio dei prigionieri dello stato ebraico. Per il portavoce del movimento islamista Basem Naim i funzionari statunitensi che hanno agito come fonti hanno avvelenato i negoziati: “Non abbiamo presentato nuove condizioni – dichiara - né sulla questione dei prigionieri, né su altre questioni”. Ribadito però l'impegno nei confronti di quanto concordato il 2 luglio sulla base della proposta del presidente Biden e sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu.