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Accordi Italia-San Marino: per il Psd troppi segreti

7 ago 2009
PsdAccordi Italia-San Marino: per il Psd troppi segreti
Accordi Italia-San Marino: per il Psd troppi segreti
“Siamo convinti che gli accordi si debbano firmare ma prima si devono conoscere i contenuti e valutare attentamente le contropartite per il Paese”. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici si dice fortemente preoccupato per il muro di segretezza che il Governo ha voluto erigere attorno alle intese con l’Italia. “Da questi – affermano – dipende lo sviluppo futuro del Paese, non si possono trattare con tanta leggerezza. Non sono una questione privata di Gatti o della Mularoni – aggiungono – almeno il Consiglio deve sapere, diversamente è un atto grave di mancato rispetto della democrazia”. Sull’impostazione degli accordi non hanno dubbi: devono fare chiarezza assoluta per consentire a chi fa impresa a San Marino di farlo in estrema tranquillità consentendo di pagare qui le tasse a chi lavora sul territorio. Tre i punti assolutamente irrinunciabili: il riconoscimento del principio madre-figlia per le imprese, la chiarezza sul delicato tema dell’esterovestizione, e sulla non retroattività degli effetti dell’accordo. “Perché un imprenditore – spiegano – non si veda contestato l’operato di decenni”. Senza questi principi basilari, per il Psd, non si deve sottoscrivere nessun documento. Puntano il dito sulla politica estera, definiscono i rapporti con l’Italia mai così tesi, nonostante le dichiarazioni. “E’ venuto a meno – affermano – ogni tipo di dialogo politico. Dopo nove mesi – aggiungono – è ora di smetterla di dare la colpa al precedente Governo”.
Si chiedono perché il ministro Tremonti sia ancora dubbioso sulla firma, e se ci siamo altre ragioni per questa ostilità. Al giudizio del Moneyval mancano oramai pochi giorni e non vedono atti concreti che possano superare la procedura rafforzata. Poi gli accordi previsti dall’Ocse: “ne servono 12 – dichiarano – ma siamo ancora fermi a 2”. “E’ chiaro - concludono – che il Governo sta giocando a Poker con il Paese, lo fa a carte coperte e forse anche barando un po’”.

Sergio Barducci

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