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Amministrative: ai ballottaggi gli elettori sconfessano i partiti tradizionali

30 mag 2011
Amministrative: ai ballottaggi gli elettori sconfessano i partiti tradizionali
Davanti al “cappotto”, a Milano ma soprattutto a Napoli il Pdl, con Bondi che si dimette da coordinatore, deve ammettere la sconfitta e auspicare una riflessione anche sul piano nazionale. Il Pd canta vittoria: anche se né De Magistris né Pisapia hanno la tessera del partito di Bersani.
Dopo una campagna elettorale avvelenata dalle polemiche il centrosinistra vince. Vince a Cagliari e Trieste; e vince anche ad Arcore, la città di Silvio Berlusconi che oggi è a Bucarest per un vertice bilaterale e tace sui ballottaggi.
A Milano Giuliano Pisapia, che vinse le primarie del centrosinistra contro il candidato del Pd, sconfigge Letizia Moratti e si assicura Palazzo Marino. E a Napoli la debacle dei partiti è completa. Luigi De Magistris addirittura quasi “doppia” per consensi il candidato del centrodestra Gianni Lettieri: un risultato che due settimane fa appariva inimmaginabile per l’eurodeputato dell’Italia dei Valori.
Inizialmente destinato a non arrivare al ballottaggio, l’ex magistrato che nemmeno tutti i dipietristi dapprima sostenevano ha rifiutato l’apparentamento con il Pd e oggi festeggia una vittoria che è tutta soltanto sua.
A questo punto, occhi puntati sulla Lega, che perde Novara e Mantova.
Prima dello spoglio Bossi aveva detto che il Carroccio aveva “fatto il suo dovere”. Il leghista Salvini sostiene, curiosamente proprio come Antonio Di Pietro, che “c’è stato un voto contro Berlusconi”. E a Radio Padania suonano polemicamente l’Internazionale.

Da Roma Francesco Bongarrà

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