Il programma del Governo Straordinario lo aveva indicato come punto prioritario, definendo irrimandabile l’ammodernamento del sistema istituzionale. Un obiettivo raggiunto grazie ad una infaticabile opera di mediazione, alla ricerca di punti di equilibrio, non senza difficoltà e divergenze. Alla fine un voto che quasi lascia sorpresi gli stessi esponenti della maggioranza, che al raggiungimento di quel quorum ci avevano creduto, pur senza nascondere l’intima convinzione che forse il rischio di non raggiungere la prevista maggioranza qualificata no sarebbe stato tanto remoto. Ma l’esito della mediazione ha ravvicinato a tal punto le posizioni delle due forze della coalizione, da far raggiungere quel risultato auspicato. 'E’ un traguardo fondamentale nel percorso di ammodernamento del Paese' - esultano i vertici dei due partiti, ricercato per decenni ma mai raggiunto fino ad ora. 'Un intervento che – aggiungono – afferma la separazione dei poteri e traccia il solco dello stato di diritto'. Una serie di provvedimenti, di rango costituzionale e di livello qualificato, che sanciscono la piena autonomia della Pubblica Amministrazione dal Congresso di Stato, regolano l’attività del Governo in tempi di ordinaria amministrazione, introducono la mozione di sfiducia, che potrà essere sollevata da almeno 12 consiglieri, e il principio della responsabilità individuale dei membri dell’esecutivo, prevedono la sospensione del mandato consigliare per chi siederà in Congresso di Stato. Novità anche per la Reggenza, 'che non potrà più esprimere il suo voto in aula consiliare ma – spiega il Segretario Giovanni Lonfernini – vedrà una sua forte valorizzazione ed una esaltazione del ruolo superpartes'.
Ma al di là delle nuove attribuzioni, l’intervento di riforma, spiegano i vertici della maggioranza, considerata l’alta condivisione registrata, 'consente di ritrovare un rapporto di fiducia nelle istituzioni che le turbolenze di inizio legislatura avevano minato. Le due forze della coalizioni hanno trovato quella auspicata capacità politica di rinnovamento, in quella dialettica democratica sottolineata come la grande ricchezza del Paese'.
Non hanno partecipato al voto i rappresentanti di Sinistra Unita, usciti dall’aula per protesta e seguiti per solidarietà dal Nuovo Partito Socialista. Rientrati gli esponenti di Alleanza Popolare che hanno continuato a manifestare il loro dissenso. La riforma entra in vigore in larga misura con la prossima legislatura, ad eccezione di alcuni punti importanti, come le norme sul regime dell’ordinaria amministrazione e l’autonomia della PA, che saranno efficaci da subito.
Ma al di là delle nuove attribuzioni, l’intervento di riforma, spiegano i vertici della maggioranza, considerata l’alta condivisione registrata, 'consente di ritrovare un rapporto di fiducia nelle istituzioni che le turbolenze di inizio legislatura avevano minato. Le due forze della coalizioni hanno trovato quella auspicata capacità politica di rinnovamento, in quella dialettica democratica sottolineata come la grande ricchezza del Paese'.
Non hanno partecipato al voto i rappresentanti di Sinistra Unita, usciti dall’aula per protesta e seguiti per solidarietà dal Nuovo Partito Socialista. Rientrati gli esponenti di Alleanza Popolare che hanno continuato a manifestare il loro dissenso. La riforma entra in vigore in larga misura con la prossima legislatura, ad eccezione di alcuni punti importanti, come le norme sul regime dell’ordinaria amministrazione e l’autonomia della PA, che saranno efficaci da subito.
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