Lo scontro si riaccende fin dai primi articoli. In due ore e mezzo ne vengono votati solo tre. In tutto sono 59 a cui si aggiungono 200 emendamenti. 336 pagine in tutto.
Si procede quindi a rilento.
Sollecitato da un emendamento di Rete, torna il problema di leggi bilancio omnibus, in cui vengono inseriti interventi che poco hanno a che fare con la contabilità.
Principio condiviso dal Segretario alle Finanze, che pur non esprimendosi a favore dell'emendamento, si impegna a prenderlo in considerazione per il futuro.
Poi si entra nel merito dell'articolo tre, sull'Azienda sei Servizi, in passivo di quasi tre milioni.
Disavanzo che lascia perplessa la minoranza che ne chiede le ragioni. Fa notare che l'ultima volta che l'AASS ha chiuso in negativo è stato il 2008. Nel mirino, oltre al bilancio in negativo, la gestione del trasporto pubblico e il trasferimento di riserve accantonate al bilancio dello Stato per un ammontare di 15 milioni. E sul ritorno del servizio trasporti interni, l'opposizione chiede un piano dettagliato dei costi e delle entrate.
Il Governo ricorda che non è il primo caso in cui il totale delle entrate è inferiore al totale delle uscite e fa riferimento al bilancio previsionale del 2015.
“Non è vero – aggiunge - che non ci sia un utile nell'esercizio 2018. C'è un trasferimento – spiega Celli – di oltre 12 milioni”. E a chi chiede perché venga escluso il trasporto esterno, viene spiegato che prima servono accordi con il ministero dei trasporti italiano.
E' bagarre su un emendamento di Rete – sostenuto anche dalla minoranza - affinchè l'Azienda sia inalienabile. "Perché non sancirlo nero su bianco - chiedono - una volta per tutte? “Non è che votando contro state aprendo la porta a privatizzazioni?”
“Per noi – spiega Podeschi - l'Azienda è patrimonio che deve rimanere pubblico. Negli anni una serie di attività sono state esternalizzate ad aziende private sammarinesi ma deve continuare ad esercitare servizi pubblici alla cittadinanza.”
In linea più generale le critiche della minoranza si concentrano su una finanziaria che rimanda a troppi decreti.
Un ventina circa, compresi patrimoniale e riforma di Banca Centrale.
“E' una legge troppo recessiva – accusano - che rincorre il pareggio a prescindere senza risorse per la crescita”. Puntano il dito contro un contenimento debole della spesa corrente. L'invito a maggior coraggio arriva anche dalla maggioranza, ma c'è l'obiettivo – nei prossimi mesi – ad una riduzione di oltre 2 punti percentuali.
Il lavoro si baserà sulla relazione del gruppo sulla spending review, e dovrà essere frutto – hanno ricordato i Segretari Celli e Zanotti – di concertazione.
La maggioranza ribadisce quanto sostenuto dal Segretario alle Finanze: il bilancio è una base ragionevole da cui partire.
C'è chi, in Repubblica Futura, si spinge oltre definendola una finanziaria di difesa, con qualche contropiede, in attesa dell'attacco nel 2018. Difatti vengono annunciati per il prossimo anno importanti riforme strutturali: previdenza, regime di imposizione indiretta, misure a contrasto dell'evasione fiscale. Obiettivo: arrivare già nel 2019 ad un equilibrio, evitando di riproporre patrimoniale e minimum tax.
Tra l'altro da segnalare un emendamento della maggioranza proprio per la riduzione della miminum tax.
L'eredità – rimarca Adesso.sm - è un paese impoverito. La crescita è ancora troppo debole e incerta e ha reso complesso – ribadisce Celli – la costruzione di un bilancio in grado di coniugare l'indispensabile stabilità finanziaria dello Stato alle esigenze di liberare risorse per lo sviluppo. Nel frattempo, lo ricordiamo, c'è stato in fase di replica un forte scontro con alcuni consiglieri di opposizione che all'invito di sedersi al tavolo per un confronto sul reperimento delle risorse, hanno messo – come condizione – il passo indietro di Celli.
Bilancio - Le interviste alle opposizioni
Bilancio - Le interviste alla maggioranza
Bilancio, Dc: "Legge insufficiente, per la crescita serve un Piano Nazionale Pluriennale"
Si procede quindi a rilento.
Sollecitato da un emendamento di Rete, torna il problema di leggi bilancio omnibus, in cui vengono inseriti interventi che poco hanno a che fare con la contabilità.
Principio condiviso dal Segretario alle Finanze, che pur non esprimendosi a favore dell'emendamento, si impegna a prenderlo in considerazione per il futuro.
Poi si entra nel merito dell'articolo tre, sull'Azienda sei Servizi, in passivo di quasi tre milioni.
Disavanzo che lascia perplessa la minoranza che ne chiede le ragioni. Fa notare che l'ultima volta che l'AASS ha chiuso in negativo è stato il 2008. Nel mirino, oltre al bilancio in negativo, la gestione del trasporto pubblico e il trasferimento di riserve accantonate al bilancio dello Stato per un ammontare di 15 milioni. E sul ritorno del servizio trasporti interni, l'opposizione chiede un piano dettagliato dei costi e delle entrate.
Il Governo ricorda che non è il primo caso in cui il totale delle entrate è inferiore al totale delle uscite e fa riferimento al bilancio previsionale del 2015.
“Non è vero – aggiunge - che non ci sia un utile nell'esercizio 2018. C'è un trasferimento – spiega Celli – di oltre 12 milioni”. E a chi chiede perché venga escluso il trasporto esterno, viene spiegato che prima servono accordi con il ministero dei trasporti italiano.
E' bagarre su un emendamento di Rete – sostenuto anche dalla minoranza - affinchè l'Azienda sia inalienabile. "Perché non sancirlo nero su bianco - chiedono - una volta per tutte? “Non è che votando contro state aprendo la porta a privatizzazioni?”
“Per noi – spiega Podeschi - l'Azienda è patrimonio che deve rimanere pubblico. Negli anni una serie di attività sono state esternalizzate ad aziende private sammarinesi ma deve continuare ad esercitare servizi pubblici alla cittadinanza.”
In linea più generale le critiche della minoranza si concentrano su una finanziaria che rimanda a troppi decreti.
Un ventina circa, compresi patrimoniale e riforma di Banca Centrale.
“E' una legge troppo recessiva – accusano - che rincorre il pareggio a prescindere senza risorse per la crescita”. Puntano il dito contro un contenimento debole della spesa corrente. L'invito a maggior coraggio arriva anche dalla maggioranza, ma c'è l'obiettivo – nei prossimi mesi – ad una riduzione di oltre 2 punti percentuali.
Il lavoro si baserà sulla relazione del gruppo sulla spending review, e dovrà essere frutto – hanno ricordato i Segretari Celli e Zanotti – di concertazione.
La maggioranza ribadisce quanto sostenuto dal Segretario alle Finanze: il bilancio è una base ragionevole da cui partire.
C'è chi, in Repubblica Futura, si spinge oltre definendola una finanziaria di difesa, con qualche contropiede, in attesa dell'attacco nel 2018. Difatti vengono annunciati per il prossimo anno importanti riforme strutturali: previdenza, regime di imposizione indiretta, misure a contrasto dell'evasione fiscale. Obiettivo: arrivare già nel 2019 ad un equilibrio, evitando di riproporre patrimoniale e minimum tax.
Tra l'altro da segnalare un emendamento della maggioranza proprio per la riduzione della miminum tax.
L'eredità – rimarca Adesso.sm - è un paese impoverito. La crescita è ancora troppo debole e incerta e ha reso complesso – ribadisce Celli – la costruzione di un bilancio in grado di coniugare l'indispensabile stabilità finanziaria dello Stato alle esigenze di liberare risorse per lo sviluppo. Nel frattempo, lo ricordiamo, c'è stato in fase di replica un forte scontro con alcuni consiglieri di opposizione che all'invito di sedersi al tavolo per un confronto sul reperimento delle risorse, hanno messo – come condizione – il passo indietro di Celli.
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