Interamente focalizzata sul tema dell'integrazione europea, la giornata di ieri. Con un dibattito molto articolato e partecipato, e posizioni non sempre univoche; pur nel quadro di un generale favore alla conclusione dell'Accordo di Associazione. Dai banchi delle Opposizioni, in alcuni casi, l'invito ad evitare “trionfalismi”. Mentre alcune forze – fra le quali DML, Libera e Gruppo Misto – hanno ribadito la necessità di sentire la popolazione tramite referendum.
In notturna l'epilogo del comma, con l'approvazione – all'unanimità – di un ordine del giorno con la firma di tutte le forze consiliari; ad eccezione del Gruppo Misto, i cui rappresentanti non erano presenti alla seduta. Nel testo si dà mandato al Segretario agli Esteri di proseguire nel negoziato, ricercando la chiusura di tutti gli allegati ancora aperti, “al fine di salvaguardare le specificità e gli interessi” del Paese. E ciò in contemperanza con gli obiettivi di Bruxelles di integrare la Repubblica nel mercato unico senza distorsioni. Nel testo, oltre ad auspicare l'instaurazione di canali di collegamento tra Consiglio e Parlamento Europeo, si impegna il Governo a continuare il confronto tramite una frequente convocazione delle Commissioni competenti, e ad intensificare l'attività di informazione alla cittadinanza. Questa mattina la convocazione di un Ufficio di Presidenza, al termine del quale si è ripartiti dal comma sulla ratifica dei Decreti. All'attenzione dell'Aula quello forse più atteso, sul lavoro a tempo. Dopo un dibattito generale appassionato – come da odg - era stata sospesa la trattazione.
Oggi dunque l'analisi degli emendamenti; il Segretario Lonfernini ha iniziato a presentare quelli concertati dal tavolo tripartito. A partire dall'ambito del tempo determinato, portato a 24 mesi, ma con una maggiorazione contributiva a partire dal 18esimo. In tale contesto anche emendamenti di RETE, per tornare alla formulazione originaria, nonostante la richiesta della Segreteria di un'approvazione senza variazioni del testo concordato dalle parti sociali. Siamo l'unica forza politica che non ha seguito gli auspici del Segretario, ha dichiarato Matteo Zeppa; ad avviso del quale si andrebbe verso “l'estremizzazione del precariato”.
Dopo 23 mesi di lavoro un dipendente può non vedere ancora stabilizzata la propria posizione, ha ricordato Elena Tonnini; il consenso è stato trovato quando si è detto che è lo Stato a “farsi carico di tutto”. Matteo Ciacci, Libera, ha dal canto suo ricordato l'attivazione – con questo decreto – degli ammortizzatori sociali; sollecitando quindi un impegno sul tema della formazione. D'accordo sul punto Milena Gasperoni, NPR; che ha sottolineato come il patto di servizio venga comunque stipulato. Secondo Iro Belluzzi, Libera, quanto deciso dal tavolo tripartito non dovrebbe essere modificato dall'Aula; ritenendo inoltre auspicabile non ingessare la macchina economica e al contempo offrire tutele crescenti ai lavoratori. Guerrino Zanotti ha comunque rimarcato come con questo decreto si creino condizioni di maggior precarietà.
Quindi la replica del Segretario Lonfernini che ha ricordato come la propria volontà iniziale di riforma fosse differente; sottolineando al contempo come alcuni punti fermi siano stati mantenuti. Ha puntualizzato come oltre alla logica di maggiore flessibilità, anche in chiave UE, vi siano maggiori tutele come il diritto di precedenza. Ha anche ricordato come la cassa ammortizzatori sociali sia finanziata non dallo Stato, ma dalle contribuzioni di aziende e lavoratori. Respinti gli emendamenti di RETE; accolti quelli del Governo all'articolo 1.
Quello successivo, in tema di diritto di precedenza, è stato definito migliorativo anche da RETE. Così anche per una modifica relativa ai distacchi. Un provvedimento che “pone ordine” a questo strumento, ha commentato il Segretario Lonfernini. E poi un commento sull'interinale; la cui applicazione – ha sottolineato – non porta alla precarizzazione. E' uno strumento attivo dal 2005 ma che non funziona a causa di una serie di blocchi; ne abbiamo tolto qualcuno, ha aggiunto. Poi la parte sugli ammortizzatori, ritenuta di grande importanza dal Segretario di Stato.
Anche in questo caso il plauso di RETE, che ha biasimato però la ridotta presenza di esponenti di Maggioranza alla votazione, anche alla luce dell'ampia portata del decreto in ratifica. Con l'incedere dei lavori nuovi interventi di Libera. Non siamo così soddisfatti, ha detto Alessandro Bevitori, pur riconoscendo la mediazione della Segreteria. Vede il “bicchiere mezzo vuoto per parte sindacale”, sottolineando come la “precarizzazione” sia un “grossissimo problema”. Alcuni interventi “rendono la vita difficile”, ha tuonato Guerrino Zanotti; che ha osservato comunque come aver affrontato questo tema senza tensioni sociali sia un risultato positivo per il Governo.
Il Segretario Lonfernini ha dal canto suo ribadito la portata storica dell'accordo. “Il valore del decreto mi rappresenta tantissimo”, agevolando sia la libertà imprenditoriale sia le tutele ed i diritti dei lavoratori. L'intero Decreto è stato infine ratificato all'unanimità. Si è a quel punto passati al Decreto Delegato sull'adeguamento della legislazione nazionale alle convenzioni e agli standard internazionali in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Poi l'interruzione; si riprenderà nel pomeriggio. Non è mancata una coda polemica. In un comunicato con le sigle delle forze di Opposizione si biasima la Maggioranza, definita senza idee e numero legale, ed incapace di rispettare gli impegni internazionali. Riferimento a due decreti in attesa di ratifica nel pomeriggio: quello sull'emissione del bond interno, ed il provvedimento sull'antiriciclaggio. Stoccata anche a Motus, dopo lo slittamento della II lettura della legge sulle società benefit; originariamente prevista – da OdG - per la mattinata di oggi.