"A giugno 2012 le nove Giunte di Castello di San Marino hanno organizzato una serie di quattro incontri con la cittadinanza per raccogliere le disponibilità per la creazione di un corpo volontari della Protezione Civile.
Questo è avvenuto ben sei anni dopo l’approvazione della Legge n.21/2006, con cui è stata ufficialmente istituita la Protezione Civile e quasi un anno prima la nomina, con estremo ritardo, del Capo della stessa.
Durante queste serate sono stati raccolti i nominativi di tanti cittadini, disponibili a offrire un servizio volontario alla comunità, che il Coordinamento avrebbe potuto coordinare, appunto, assieme agli stessi Capitani di Castello, per avere a disposizione forze pronte ad intervenire in caso di calamità naturale.
Il “nevone” del 2012, purtroppo, ha evidenziato problematiche potenzialmente gravi che il classico servizio di rotta neve fatica ad affrontare, soprattutto in caso di necessità. Nonostante il lavoro febbrile degli spazzaneve, alcune zone della Repubblica sono rimaste infatti completamente inaccessibili ai mezzi di soccorso per giorni interi.
La presenza di un corpo di volontari organizzato con nuclei diffusi su tutto il territorio, eventualmente gestiti in cascata dalle Giunte di Castello, avrebbe dato la possibilità di affrontare nell’immediato, in modo capillare e in maniera coordinata eventuali emergenze.
Come si evince dalla normativa di riferimento, compito del Coordinamento è anche quello di adottare ordinanze relative al reclutamento di cittadini per concorrere alle operazioni di Protezione Civile, nonché promuovere e organizzare l’attività del volontariato anche attraverso le Giunte di Castello.
E’ evidente che un Coordinamento di Protezione Civile, senza una rete di volontari radicati sul territorio a fare da manodopera, è limitato nella propria azione.
Ci chiediamo come mai, allora, dopo due anni e mezzo, non sia ancora arrivata nessuna comunicazione ai cittadini che hanno fornito quella disponibilità nel 2012, o non siano ancora stati approntati corsi di formazione dedicati a chi ha dato questo tipo di disponibilità.
Siamo ormai a quasi 9 anni dall’approvazione della Legge n.21/2006 e riteniamo debbano essere fatti celermente i passi necessari a formare un corpo di volontari strutturato e pronto ad agire in caso di calamità naturali. Calamità che, come abbiamo visto di recente con il “nevone”, possono colpire il nostro territorio con la stessa percentuale di probabilità con cui colpiscono il resto dell’Italia ormai quotidianamente".
comunicato stampa
Civico 10
Questo è avvenuto ben sei anni dopo l’approvazione della Legge n.21/2006, con cui è stata ufficialmente istituita la Protezione Civile e quasi un anno prima la nomina, con estremo ritardo, del Capo della stessa.
Durante queste serate sono stati raccolti i nominativi di tanti cittadini, disponibili a offrire un servizio volontario alla comunità, che il Coordinamento avrebbe potuto coordinare, appunto, assieme agli stessi Capitani di Castello, per avere a disposizione forze pronte ad intervenire in caso di calamità naturale.
Il “nevone” del 2012, purtroppo, ha evidenziato problematiche potenzialmente gravi che il classico servizio di rotta neve fatica ad affrontare, soprattutto in caso di necessità. Nonostante il lavoro febbrile degli spazzaneve, alcune zone della Repubblica sono rimaste infatti completamente inaccessibili ai mezzi di soccorso per giorni interi.
La presenza di un corpo di volontari organizzato con nuclei diffusi su tutto il territorio, eventualmente gestiti in cascata dalle Giunte di Castello, avrebbe dato la possibilità di affrontare nell’immediato, in modo capillare e in maniera coordinata eventuali emergenze.
Come si evince dalla normativa di riferimento, compito del Coordinamento è anche quello di adottare ordinanze relative al reclutamento di cittadini per concorrere alle operazioni di Protezione Civile, nonché promuovere e organizzare l’attività del volontariato anche attraverso le Giunte di Castello.
E’ evidente che un Coordinamento di Protezione Civile, senza una rete di volontari radicati sul territorio a fare da manodopera, è limitato nella propria azione.
Ci chiediamo come mai, allora, dopo due anni e mezzo, non sia ancora arrivata nessuna comunicazione ai cittadini che hanno fornito quella disponibilità nel 2012, o non siano ancora stati approntati corsi di formazione dedicati a chi ha dato questo tipo di disponibilità.
Siamo ormai a quasi 9 anni dall’approvazione della Legge n.21/2006 e riteniamo debbano essere fatti celermente i passi necessari a formare un corpo di volontari strutturato e pronto ad agire in caso di calamità naturali. Calamità che, come abbiamo visto di recente con il “nevone”, possono colpire il nostro territorio con la stessa percentuale di probabilità con cui colpiscono il resto dell’Italia ormai quotidianamente".
comunicato stampa
Civico 10
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