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Consiglio: approvata la riforma del Catasto

22 gen 2015
Al voto la riforma del catasto
Al voto la riforma del catasto
L'Aula vara, con tempi da record, la riforma del Catasto. 27 i voti a favore, 13 quelli contrari, 9 gli astenuti. Il confronto e il voto del provvedimento hanno richiesto poco più di 3 ore. Tutti d'accordo sulla necessità di riformare il catasto. La legge, ricordano, da almeno 20 anni è stata inserita in tutti i programmi di governo. Il catasto nasce alla fine degli anni 50 e l'ultima significativa modifica risale al 1981. Le polemiche, fra maggioranza e opposizioni, nascono sulle finalità del provvedimento. Per la minoranza si prospetta, attraverso l'articolo sugli estimi, l'introduzione di una sorta di nuova patrimoniale. Non è vero, replica Bene Comune. Si aggiornano le tariffe ma non ci sono interventi fiscali. Con questa legge non si fa cassa, si fa politica del territorio. Divisa in sei capitoli e 47 articoli , per l'opposizione pecca del continuo ricorso ai decreti delegati. In Commissione, ricorda Augusto Michelotti, elemento di divergenza è stata la presentazione di emendamenti dell'opposizione per togliere dalla commissione censuaria i membri di nomina politica. L'intenzione, sottolinea, sarebbe quella di eliminare la consuetudine di infilare, anche in commissioni prevalentemente tecniche, persone che devono poi relazionare al potente di turno, al segretario di partito o al membro di Governo. Su un testo si può essere d'accordo o meno, replica il Segretario al territorio, ma attribuire alla maggioranza o al Governo intenzioni poco buone non corrisponde a realtà. Mi sembra offensivo, sottolinea, dire che le persone nominate da Consiglio siano al servizio di interessi privati. Arrivando tardi, aggiunge, abbiamo il vantaggio di poter fare tesoro degli errori commessi da altri. Non è vero, assicura Antonella Mularoni, che si riforma il Catasto per introdurre nuove tasse. Serve invece una fotografia corrispondente ai tempi e non ferma agli anni '50. Per l'opposizione ci sono punti dubbi. La legge attualmente in vigore, per fabbricati e terreni fa riferimento sulla rendita catastale mentre la riforma utilizza un metodo di calcolo che comprende valore patrimoniale e rendita catastale. E questo può contare, afferma la minoranza, su utili differenze. Ad esempio, un terreno situato in aperta campagna ha una certa rendita catastale, mentre con la riforma attuale che calcola anche il valore patrimoniale avrà un altro valore complessivo. Non tutti pagheranno quello che pagavano prima, replica la maggioranza. Ci sarà chi pagherà di più e chi invece di meno perché viene cambiato il metodo di valutazione degli immobili. La legge precedente si basava su un'economia contadina, venivano conteggiate le stalle e una casa con 2 bagni era considerata un lusso. Non erano compresi i centri commerciali. Al valore della rendita viene affiancato il valore del bene, importante per stabilire il patrimonio immobiliare del Paese.

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