Sulla legge elettorale la Dc ha una sua proposta che illustrerà alle altre forze politiche nei confronti che proseguiranno alla ricerca di una nuova maggioranza, con riferimento particolare al voto estero. Sì, perché il nodo della questione è tutto lì. Il PDCS, come ha spiegato l’avvocato Luigi Mazza, ha ricercato la posizione di maggior avanzamento: la creazione di due distinti collegi, uno per i residenti l’altro per gli elettori esteri, con la possibilità per questi ultimi di esprimere il voto di preferenza limitatamente ai candidati di quel collegio, mentre i voti in esubero andranno assegnati alla lista. Così la Dc scioglie la sua riserva sul nodo del voto estero. Per gli altri aspetti contenuti nell’ordine del giorno votato dal Consiglio Grande e Generale, è toccato ai segretari di Stato competenti spiegarli. Loris Francini ha illustrato il passaggio delle riforme istituzionali, Pier Marino Mularoni gli interventi in materia economica, Rosa Zafferani quelli relativi alla riforma delle pensioni. Quello che andrà a formarsi – aveva dichiarato poco prima il Presidente, Cesare Gasperoni – deve essere un governo di svolta, uno spartiacque fra una stagione passata, non certamente positiva, ed una futura, che possa dare speranza alla nostra comunità. Poco importano i nomi da dare alle formule, che sia un governo di emergenza, di garanzia, a 4, a 5 o a 3, non importa. Ciò che conta è la sostanza, che si chiuda veramente con il passato e, dopo un periodo di transizione, possa iniziare un nuovo cammino nella trasparenza, nella certezza dei diritti, con norme nuove e più sicure prospettive per lo sviluppo della Repubblica. Gasperoni ha evidenziato come negli incontri fra le forze che hanno sottoscritto l’ordine del giorno si siano registrate forti convergenze e come l’unico scoglio, sul quale Alleanza Popolare ha evidenziato rigidità, sia quello del voto estero. Il nuovo sistema – ha dichiarato Gasperoni – non deve determinare uno stravolgimento degli attuali equilibri solo per effetto del meccanismo adottato. Domani il confronto riprenderà, alla luce anche delle decisioni del Consiglio Centrale democristiano, si cercano le condizioni per chiudere il confronto sui contenuti, aprire la crisi e avviare l’iter per la formazione del nuovo esecutivo
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