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Il Consiglio si infiamma sui temi della giustizia

2 dic 2005
Il Consiglio si infiamma sui temi della giustizia
Momenti convulsi, a Palazzo Pubblico, dopo le affermazioni in materia di giustizia del Consigliere Giuseppe Rossi. Già nella recente riunione plenaria del Consiglio Giudiziario, l’esponente dei Sammarinesi per la Libertà aveva fatto rivelazioni pesanti circa una possibile ingerenza della magistratura in affari di politica. “Alcuni elementi per il mio esposto sulla vicenda del tirocinio di Stolfi – aveva detto – li ho ottenuti da ambienti giudiziari”. Una dichiarazione che subito aveva scatenato reazioni e oggi, in aula parlamentare, non solo Rossi ha confermato, ma aggiunto che a fornirgli le informazioni utili all’esposto è stato – ha sostenuto in aula – proprio il magistrato dirigente. Questi i fatti: nel comma comunicazioni due consiglieri hanno sollevato la questione delle dichiarazioni di Giuseppe Rossi; Glauco Sansovini, di Alleanza Nazionale, che chiedeva chiarimenti al segretario alla Giustizia su quanto appreso dalla stampa, e Augusto Casali, che ha avanzato richiesta di visionare i verbali di quella seduta dell’organismo di giustizia. Berardi ha confermato quanto riportato dalla stampa, definito le affermazioni pesanti, 'delle quali – ha detto – il Consigliere Giuseppe Rossi si assume la responsabilità, ma sulle quali – ha aggiunto - lui stesso, che è presente in aula può dare ulteriori chiarimenti'. A quel punto Giuseppe Rossi, chiamato in causa, ha preso la parola e non solo ha confermato quanto asserito in Consiglio Giudiziario, ma ha dichiarato che le informazioni in questione le avrebbe ricevute direttamente dal magistrato dirigente. Immediata la reazione dell’assemblea. Il Segretario della DC, Pier Marino Menicucci, ha evidenziato la portata di quanto asserito, la gravità delle affermazioni e chiesto una sospensione della seduta consiliare per dare modo ai gruppi di valutare a fondo la situazione. Richiesta accolta dalla Reggenza. Più tardi lo stesso Menicucci ha manifestato la preoccupazione della Democrazia Cristiana di fronte ad affermazioni che minano il rapporto fra le istituzioni, fra la magistratura e la politica. 'Nessun giudizio su quanto affermato – ha aggiunto – ma intendiamo valutare approfonditamente la questione perché sia fatta luce e chiarezza attraverso le azioni previste dalla legge e dall’ordinamento giudiziario'. Augusto Casali, che dell’esposto in questione è stato uno dei firmatari, ha dichiarato che 'nelle riunioni preparatorie dell’azione giudiziaria sulla vicenda del tirocinio e degli altri 4 esposti presentati, mai è stata data notizia che la soffiata era arrivata dalla magistratura, tantomeno – ha aggiunto – dal magistrato dirigente'. Subito dopo la Reggenza ha convocato i capigruppo per discutere sul da farsi. Ancora non è ufficiale, ma pare che il Consiglio Grande e Generale intenda dedicare un comma apposito per dibatterne in una prossima sessione consiliare. Non si esclude poi che a far luce sia la stessa magistratura con una possibile indagine giudiziaria, ma questo ancora non è confermato.

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