Spett.le Comandante Vicini...Comincia così la risposta di Rete e Movimento Democratico alla lettera della responsabile della Polizia Civile dopo la sua lettera a Capitani Reggenti e Consiglieri.
"Al di là della constatazione che il Consigliere, nel suo ruolo, è tenuto a sostenere le posizioni che ritiene opportune, - scrive Dim - non rileviamo in quanto emerso in un normale dibattito consiliare profili di “svilimento e umiliazione” per il corpo della Polizia Civile: tutt’altro!"
Si stupiscono della mancanza di tatto istituzionale dimostrato da chi come, come il comandante Vicini, rappresenta un intero corpo di Polizia. Visto che ogni consigliere ha il dovere di esprimere le sue perplessità, come era accaduto anche per la Gendarmeria. Un dibattito ben più duro, prosegue l'opposizione, "con il comandante della Gendarmeria che si era ben guardato dal redarguire i membri del Consiglio Grande e Generale"!
L’intero dibattito si è imperniato - prosegue la nota - tra chi considera necessario provvedere alla riforma dei corpi nel suo complesso, superando gli interventi sui singoli corpi e prevedendo uno statuto speciale per la Polizia Civile che promuova “stessi diritti e stessi doveri” con gli altri corpi, e chi invece (per lo più in maggioranza, ma anche questo poco dovrebbe contare) ha ritenuto opportuno intervenire sul solo corpo della Polizia Civile, rimandando la riforma e creando ulteriori distinzioni tra “diritti e doveri” dei differenti corpi.
Non ci risulta che alcuno abbia messo in discussione la professionalità e abnegazione dei suoi uomini e le sue donne, a servizio del paese… come al servizio del paese, e soggetti a pari “rischio personale di incolumità, di attacchi personali, di vendette e ritorsioni anche sui familiari”, sono coloro che -prescelti dalla cittadinanza- le stanno scrivendo.
Non capiamo dunque quale sia la ragione della sua lettera, proseguono, ma ritengono opportuno sorvolare sulla caduta di stile del “pensare al corpo come un bacino di voti a cui attingere”.
Le contraddizioni e l’inappropriatezza della sua missiva, anche per i vincoli di fedeltà che la legano al suo ruolo, sono tanti e tali da fare la coppia con le richieste al sindacato per tirare anch’esso le orecchie alle opposizioni.
Leggi la lettera integrale
"Al di là della constatazione che il Consigliere, nel suo ruolo, è tenuto a sostenere le posizioni che ritiene opportune, - scrive Dim - non rileviamo in quanto emerso in un normale dibattito consiliare profili di “svilimento e umiliazione” per il corpo della Polizia Civile: tutt’altro!"
Si stupiscono della mancanza di tatto istituzionale dimostrato da chi come, come il comandante Vicini, rappresenta un intero corpo di Polizia. Visto che ogni consigliere ha il dovere di esprimere le sue perplessità, come era accaduto anche per la Gendarmeria. Un dibattito ben più duro, prosegue l'opposizione, "con il comandante della Gendarmeria che si era ben guardato dal redarguire i membri del Consiglio Grande e Generale"!
L’intero dibattito si è imperniato - prosegue la nota - tra chi considera necessario provvedere alla riforma dei corpi nel suo complesso, superando gli interventi sui singoli corpi e prevedendo uno statuto speciale per la Polizia Civile che promuova “stessi diritti e stessi doveri” con gli altri corpi, e chi invece (per lo più in maggioranza, ma anche questo poco dovrebbe contare) ha ritenuto opportuno intervenire sul solo corpo della Polizia Civile, rimandando la riforma e creando ulteriori distinzioni tra “diritti e doveri” dei differenti corpi.
Non ci risulta che alcuno abbia messo in discussione la professionalità e abnegazione dei suoi uomini e le sue donne, a servizio del paese… come al servizio del paese, e soggetti a pari “rischio personale di incolumità, di attacchi personali, di vendette e ritorsioni anche sui familiari”, sono coloro che -prescelti dalla cittadinanza- le stanno scrivendo.
Non capiamo dunque quale sia la ragione della sua lettera, proseguono, ma ritengono opportuno sorvolare sulla caduta di stile del “pensare al corpo come un bacino di voti a cui attingere”.
Le contraddizioni e l’inappropriatezza della sua missiva, anche per i vincoli di fedeltà che la legano al suo ruolo, sono tanti e tali da fare la coppia con le richieste al sindacato per tirare anch’esso le orecchie alle opposizioni.
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