Da giorni li vediamo sui manifesti delle forze in corsa: il loro compito è catturare l'attenzione, creare un punto di contatto, farsi ricordare. La comunicazione politica in campagna elettorale passa anche dagli slogan, tutt'altro che obsoleti e con un compito importantissimo: coinvolgere i potenziali elettori sul piano razionale ed emozionale.
Costruirli non è affatto facile. Per essere efficaci – il marketing pubblicitario insegna – le frasi devono essere semplici, immediate, il loro messaggio chiaro. E, se usati in politica, possono trasmettere identità e obiettivi programmatici. Ogni motto risponde a strategie diverse.
Il Psd, ad esempio, guarda alle prove vinte per uscire da un modello sbagliato, con una frase che suona come una promessa: “la Repubblica più grande del mondo”. I compagni di Coalizione Libera/Ps, invece, puntano sulla forza dell'unione per ribaltare lo status quo. Il loro motto è: Insieme cambiare si può.
Il Pdcs, al contrario, parte dai risultati ottenuti per costruire la San Marino del domani. Il suo slogan è: “continuità e nuove idee per un paese ancora migliore”. Alleanza Riformista, con cui corre in coalizione, si concentra sulle sfide che verranno, e sui suoi manifesti scrive: “tutto il nostro sguardo è rivolto al futuro”.
Demos, attraverso una domanda provocatoria, dichiara la sua missione in difesa di diritti e Sovranità. La sua frase è: “Ha ancora un valore la libertà?” Lo slogan di Repubblica Futura “centriamo il futuro” è identitario. Indica la collocazione politica ma spinge anche lo sguardo in avanti, con un sotteso invito a fare la scelta giusta.
Nella frase di Domani Motus Liberi “sempre più in alto sempre più lontano” ritroviamo la spinta all'innovazione e a nuovi settori da esplorare, mentre Rete lancia un appello deciso: “Coraggio! Per alzarsi in volo bisogna muoversi controvento”, richiamando alle battaglie contro i poteri forti.