Il coordinamento tra le due forze politiche - che insieme esprimono cinque consiglieri e due Segretari di Stato – da i suoi primi frutti. L’ordinamento giudiziario, riformato l’ultima volta nel 2003, deve essere modificato secondo il coordinamento e il documento elaborato si sofferma su alcuni possibili percorsi evolutivi. Nessun diktat alla coalizione, ma un invito alla riflessione.
“I principali fattori di crisi del comparto giustizia – hanno osservato i rappresentanti delle due forze politiche – derivano dal comportamento, non infrequente, di alcuni soggetti istituzionali che si sono profusi in iniziative, giudizi, esternazioni, al di fuori dei propri ambiti”.
Tra le questioni su cui ragionare il coordinamento propone: il metodo di reclutamento dei magistrati - in Commissione Giustizia a giorni verrà esaminata una legge speciale proprio su questo - e l’eventuale riconferma con un passaggio in Consiglio Grande e Generale, come avveniva prima della riforma del ’93.
Tra le idee anche la modifica nella composizione del Consiglio giudiziario, magari con componenti laici al di fuori del Consiglio, riducendo al contempo il numero dei membri togati. Il coordinamento propone anche di elevare la quota di consiglieri necessaria per avviare l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati e di ridurre la durata del mandato al magistrato dirigente, consentendo l’accesso a tale funzione a un numero più ampio di giudici.
Luca Salvatori
“I principali fattori di crisi del comparto giustizia – hanno osservato i rappresentanti delle due forze politiche – derivano dal comportamento, non infrequente, di alcuni soggetti istituzionali che si sono profusi in iniziative, giudizi, esternazioni, al di fuori dei propri ambiti”.
Tra le questioni su cui ragionare il coordinamento propone: il metodo di reclutamento dei magistrati - in Commissione Giustizia a giorni verrà esaminata una legge speciale proprio su questo - e l’eventuale riconferma con un passaggio in Consiglio Grande e Generale, come avveniva prima della riforma del ’93.
Tra le idee anche la modifica nella composizione del Consiglio giudiziario, magari con componenti laici al di fuori del Consiglio, riducendo al contempo il numero dei membri togati. Il coordinamento propone anche di elevare la quota di consiglieri necessaria per avviare l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati e di ridurre la durata del mandato al magistrato dirigente, consentendo l’accesso a tale funzione a un numero più ampio di giudici.
Luca Salvatori
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