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Focus sugli NPL; Libera raccoglie 200 firme per trasparenza su grandi debitori

di Monica Fabbri
21 set 2021
Focus sugli NPL; Libera raccoglie 200 firme per trasparenza su grandi debitori

E' stato uno dei temi caldi della politica, prima che il Covid monopolizzasse l'attenzione. Dopo l'approvazione ad agosto in Consiglio, i riflettori tornano ad accendersi sul progetto NPL, di grande interesse per il sistema bancario e finanziario. Alla serata pubblica organizzata da Libera dal titolo “l'aiuto alle banche con la garanzia dello Stato” partecipa anche il Segretario alle Finanze Marco Gatti che parte nell'analisi dalla conversione del 5ter in titoli irredimibili, rimarcando un ritorno di fiducia nel sistema e il successo “non scontato” dell'emissione del primo bond sammarinese sul mercato internazionale.

Di quel debito da 340 milioni – commentano però i relatori di Libera – circa la metà verrà convogliato in forma diretta o indiretta nel sistema bancario. Se a questo si aggiunge che la gran parte del debito interno è dovuto proprio al suo sostegno, non si può pensare – per Libera – di non fare chiarezza su chi ha causato i dissesti. Matteo Ciacci torna quindi a chiedere con forza di pubblicare i nomi dei grandi debitori e di conoscere a che punto siano le azioni di responsabilità.

“Stanno andando avanti”, chiarisce il Segretario alle Finanze, mentre, sui grandi debitori, mette in guardia dai rischi di un'azione “solo utile per qualche curioso” su futuri investitori. Libera tira però dritto con la petizione: ieri ha raccolto 200 firme che a breve depositerà dalla Reggenza.

Altro tema forte, le riforme, sollecitate dallo stesso Gatti: "L'economia è in crescita, ci sono le condizioni per interventi strutturali". Guarda anche alla revisione della legge tributaria e ad investimenti per lo sviluppo: “Se si farà altro debito – dice – sarà per progetti di rilancio”. Infine, riguardo agli Npl, “un'opportunità persa” per il responsabile del gruppo finanze di Libera Mauro Busignani e per il capogruppo Eva Guidi, preoccupata che la garanzia dello Stato salvaguardi le banche, spostando i rischi sul bilancio pubblico. Stigmatizza, infine, che sia il valutato a scegliere il valutatore. Saranno infatti le banche – spiega - a indicare chi dovrà analizzare i loro crediti.





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