Il Governo non ha per nulla gradito la nomina del capo dell’Interpol, Maurizio Faraone, come commissario del Credito Sammarinese e non ha mancato di farlo sapere a banca centrale. Nulla a che fare con il dottor Faraone, persona assolutamente stimata e rispettata, e neppure con la piena autonomia dell’organo di vigilanza, ma è una questione di opportunità. Troppo alto il rischio di interpretazioni fantasiose, di offrire il fianco a improprie chiavi di lettura. Banca Centrale riconosce sia stato un fatto insolito ma il precipitare degli eventi, a seguito dell’arresto dell’ex direttore, ha suggerito di pensare ad un uomo di Stato, una figura istituzionale, ma il Governo si è infuriato comunque, anche se l’incarico è temporaneo. Già domani, infatti, Banca Centrale nominerà il commissario definitivo, colui che dovrà assicurare l’ordinaria gestione della banca, in un momento particolarmente difficile. E sempre domani potrebbero riaprire gli sportelli. Il braccio di ferro tra Banca Centrale e Credito Sammarinese va avanti da circa un anno. Al ricorso sulle disposizioni per la patrimonializzazione, il giudice aveva dato ragione alla banca e, successivamente, l’organo di vigilanza aveva fissato il termine del 30 giugno per una serie di adeguamenti. “Il commissariamento - spiega il Segretario Valentini – sarebbe arrivato comunque, considerato che l’acquisizione del Banco di Rio de Janeiro avrebbe richiesto dai 6 ai 9 mesi per le autorizzazioni della banca centrale brasiliana.
Riproduzione riservata ©