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Il nuovo ordinamento giudiziario è legge

Approvato il progetto di natura costituzionale. L'opposizione abbandona l'Aula al momento della votazione finale per protesta

di Francesca Biliotti
3 dic 2021
Massimo Andrea Ugolini e Nicola Renzi
Massimo Andrea Ugolini e Nicola Renzi

Il nuovo ordinamento giudiziario è legge, passato il progetto di natura costituzionale con 43 voti a favore, ne bastavano 39 per la maggioranza qualificata dei due terzi richiesti dalla legge di natura costituzionale. Le forze di opposizione Libera e Repubblica Futura sono uscite dall'Aula al momento della votazione finale. In fase di dichiarazione di voto la capogruppo di Libera Eva Guidi ha infatti spiegato di non riconoscersi affatto in questa legge, che, ha profetizzato, creerà problemi che toccheremo con mano nel tempo. Ed ha criticato soprattutto la mancata accessibilità degli atti e l'abbandono, a suo dire, del principio di cautela ed equilibrio che per secoli è stato la peculiarità dello Stato. Anche Michela Pelliccioni, Domani Motus Liberi, ha ammesso di aver sperato che questa potesse essere l'occasione per far cadere le strumentalizzazioni su questo governo, che lo volevano espressione di un parte del tribunale, tanto che all'orizzonte ci sarebbe anche pronto un rimpasto di governo. “L'articolato merita alla fine il nostro voto – ha concluso – nella speranza però che il metodo cambi davvero”. Delle decine di emendamenti proposti sull'articolato, oltre a quelli del governo, ne è stato approvato solo uno di Libera. Scontro sia sul magistrato dirigente, sia sul nuovo consiglio giudiziario, pur avendo accolto una richiesta trasversale della politica, avanzata nel corso degli anni ha ricordato la stessa maggioranza, di eliminare i partiti all'interno del consiglio giudiziario. L'opposizione ha sottolineato l'incompatibilità, a suo dire, di inserirvi però eventualmente gli avvocati. Figure cioè, che si troverebbero fianco a fianco con quei giudici chiamati poi a deliberare magari sui loro clienti e associati.



Nell'articolo sul giudizio disciplinare nei confronti del magistrato, circa le perplessità riguardo al fatto che sia un commissario della legge a giudicare il collega sottoposto ad azione disciplinare, Gian Nicola Berti, Noi per la Repubblica, ha spiegato che il commissario della legge è la figura più competente in materia, colui che è abituato a raccogliere le prove per arrivare alla verità. Oggi, ha detto, c'è solo un appello dinnanzi al Collegio Garante, adesso inseriamo due nuove vagli per dare maggiori garanzie, sia a chi denuncia sia a chi è sottoposto ad indagine. “Ci assumiamo pienamente la responsabilità di questa riforma”, ha poi detto lo stesso Berti in fase di dichiarazione di voto riferendosi anche a chi, dall'Aula, è voluto invece uscire. “Siamo a tratteggiare un punto zero – ha detto il consigliere Spagni Reffi, Rete – e voglio andare avanti, sono stanco di sentire mistificazioni e demagogia. Questo Paese è ancorato ad uno spirito conservatore, questo invece è un primo passaggio coraggioso”. “Non siamo del tutto convinte – ha detto Denise Bronzetti, gruppo misto – che questa legge possa sistemare del tutto i rapporti tra gli organi dello Stato, ma vogliamo ancora avere fiducia, anche se ogni tanto traballa”.

Approvato a fine seduta, dopo una discussione più veloce, anche il progetto di legge “Commissione consiliare per gli Affari di Giustizia”, con 37 voti a favore, 8 contrari e un non votante.


Nel video Massimo Andrea Ugolini, Segretario di Stato alla Giustizia e Nicola Renzi, Repubblica Futura




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