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Nuovo ordinamento giudiziario, in Consiglio arriva il cuore della riforma

Lungo dibattito sugli articoli che riguardano il magistrato dirigente e il consiglio giudiziario

di Francesca Biliotti
3 dic 2021
Nuovo ordinamento giudiziario, in Consiglio arriva il cuore della riforma

Si sta ridisegnando l'ordinamento giudiziario della Repubblica, una riforma importante, quella presentata dal governo e dal Segretario di Stato alla Giustizia Ugolini, centrale per la funzionalità dello Stato. L'opposizione ha grandi perplessità sin dalla natura della legge stessa, che è costituzionale, dunque necessita della maggioranza qualificata di 39 voti per passare o, in caso non riuscisse a ottenerla, dovrà essere sottoposta a referendum confermativo. Il capogruppo di Repubblica Futura Nicola Renzi ha la sua idea in proposito, per lui questa scelta è stata voluta per blindare la nuova organizzazione della magistratura, “in modo che non sia più modificabile da nessuno”.



Dopo aver approvato l'articolo 13 sulla formazione dei magistrati, passato anche con un emendamento proposto da Libera, accolto dalla maggioranza, l'Aula è arrivata al cuore del provvedimento: gli articoli 14 e 15, sul magistrato dirigente e sul consiglio giudiziario. Sempre Renzi, a proposito della nomina del dirigente, chiedeva avvenisse coi due terzi dei voti del consiglio giudiziario, mentre la capogruppo di Libera Eva Guidi ha espresso contrarietà per il fatto che un eventuale supplente del dirigente, nominato tra personalità di chiara fama ma esterna alla magistratura sammarinese, possa svolgere anche funzioni pienamente giurisdizionali, come l'attribuzione e l'avocazione dei fascicoli. Alla fine articolo approvato, e respinti tutti gli emendamenti dell'opposizione.

Sono decine le richieste di modifica all'articolo 15 sul consiglio giudiziario: accolta, ha sottolineato la maggioranza, la volontà trasversale di tutti i partiti di eliminare la politica dalla composizione dell'organismo. Il nodo maggiore però, ha spiegato Giuseppe Morganti, Libera, è l'eventuale presenza di avvocati al suo interno: “Avvocati che siederebbero vicino ai giudici – ha spiegato – proprio quei giudici chiamati poi a deliberare magari sui loro clienti o associati. L'incompatibilità è oggettiva”, conclude. E mentre Spagni Reffi, di Rete, ha ricordato che nessun altro Paese ha un organismo simile, con composizione mista tra magistrati e politici, il Segretario di Stato Ugolini ha sottolineato come il testo finale sia equilibrato, con pesi e contrappesi per dare le opportune garanzie, e che sarà il Consiglio Grande e Generale a nominare, a maggioranza dei due terzi, i quattro membri non magistrati. Lavori sospesi e riunione dell'ufficio di presidenza per decidere se la relazione della commissione d'inchiesta sulle crisi bancarie, un plico di quasi 400 pagine, dovrà essere letta o meno in Aula non appena si arriverà al comma apposito.




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