Ancora vivo il dibattito verso l'approdo in Commissione – annunciato entro luglio – della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza. L'Associazione "Uno di Noi" torna a farsi sentire con due proposte alla politica, sotto forma di emendamento, perché venga fissato chiaramente il divieto del commercio dei tessuti umani derivante dalla pratica dell'aborto, prevedendo pene per chi esercita o pubblicizza il traffico di gameti, embrioni, tessuti fetali derivanti da aborto, così come per la surrogazione di maternità. Ancora, si propone di registrare allo Stato Civile i feti nati morti, o vivi e poi deceduti, oltre le 22 settimane. E, per quelli nati morti entro la 22esima settimana, garantire sepoltura.