Presa in carico obbligatoria da parte del Consultorio, per abortire entro la dodicesima settimana. Passa l'emendamento a firma DC, RF, Maria Luisa Berti di NPR e Gaetano Troina di DML ed insorgono Libera, RETE e il commissario Sandra Giardi, che insieme avevano invece proposto un accesso libero e facoltativo alla struttura. In una nota, denunciano “un percorso obbligato ad ostacoli finalizzato a colpevolizzare più che informare” e che tradisce – dicono - accanto all'esito del referendum, la libera scelta della donna.
Clima più disteso e improntato al confronto, in mattinata, a partire dall'articolo 4, relativo all'IVG, dopo la 12esima settimana. Una decina gli emendamenti, con Libera che chiede di estendere la casistica già prevista anche, alle gravidanze per stupro o incesto: il punto passa, non senza però registrare le perplessità del Segretario alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini. PDCS e RF, in due distinti emendamenti, chiedono si possa abortire “fino a quando non sussista possibilità di vita autonoma del feto, alla luce della migliore scienza di rianimazione neonatale”. Nell'emendamento conclusivo, viene anche specificato che sarà l'ISS a definire questo termine temporale, recependo le indicazioni del Comitato di Bioetica.
L'esame dell'articolato procede su aspetti da approfondire - come quello relativo all'astensione dal lavoro, su emendamenti simili di Rete e Rf - o andandone ad integrare dei mancanti – aprendo un dibattito sui casi di aborto da parte di donne interdette. Poi il tema dell'obiezione: l'emendamento del Governo, recependo quello di Rete, vede la possibilità per l'ISS di garantire IVG anche con contratti a convenzione in caso di personale obiettore di coscienza. Unanime il sì alla istituzione di un monitoraggio per rilevare, sotto anonimato, motivazioni e caratteristiche socio-demografiche delle donne che ricorrono all'aborto.