“Una legge che avrebbe dovuto recepire in maniera inconfutabile il mandato referendario, Invece – per Rete - se pur molti emendamenti sono stati unanimi e condivisi, non sono mancate occasioni per aggirare l’obiettivo”. Il Movimento guarda su tutto all'obbligatorietà del passaggio nei Consultori, che “implica intendere l'aborto come estrema ratio – scrive - creando un “percorso ad ostacoli” per “far cambiare idea alla donna”. Guarda poi all’articolo 1, che affiancherebbe ad una visione laica, una posizione ideologica”. Ricorda ancora il lavoro teso ad arricchire il testo rispetto alla libertà di scelta, alla tutela della salute sessuale e riproduttiva o aspetti quali l'obiezione di coscienza, il monitoraggio dei dati, la tutela della privacy, l’astensione dal lavoro, confidando di poter migliorare la legge eliminando – dice Rete – “gli ostacoli alla scelta consapevole, senza pregiudizi o inquisizioni”.