In vista del Consiglio dei ministri degli Interni dell'Unione Europea, previsto per oggi in Lussemburgo, il vicepremier Matteo Salvini lancia un un messaggio: “O l'Europa ci aiuta o dovremo scegliere altre vie”. Intanto nella giornata di ieri ha avuto una telefonata col premier ungherese Orban, col quale sono numerose le convergenze: "Lavoreremo per cambiare le regole Ue", ha detto il leader della Lega.
Ma l'Italia non è l'unico Paese dell'Ue a non gradire la proposta di riforma del regolamento di Dublino della presidenza bulgara: sarebbero infatti almeno una dozzina gli stati pronti a chiudere la porta. Oltre ai due estremi opposti: i quattro Paesi Visegrad e il fronte mediterraneo guidato dall'Italia, anche i tre Baltici si sono messi di traverso, sulla parte che riguarda i ricollocamenti obbligatori dei richiedenti asilo. Contraria alla proposta anche l'Austria e perplessità arrivano dall'Olanda. Il sostegno di Parigi e Berlino potrebbe dunque non essere sufficiente ad andare avanti nel solco tracciato negli ultimi due anni e mezzo. Si starebbe quindi attendendo la presidenza austriaca per un cambio di rotta per puntare così su messa in sicurezza delle frontiere e rimpatri.
Ma l'Italia non è l'unico Paese dell'Ue a non gradire la proposta di riforma del regolamento di Dublino della presidenza bulgara: sarebbero infatti almeno una dozzina gli stati pronti a chiudere la porta. Oltre ai due estremi opposti: i quattro Paesi Visegrad e il fronte mediterraneo guidato dall'Italia, anche i tre Baltici si sono messi di traverso, sulla parte che riguarda i ricollocamenti obbligatori dei richiedenti asilo. Contraria alla proposta anche l'Austria e perplessità arrivano dall'Olanda. Il sostegno di Parigi e Berlino potrebbe dunque non essere sufficiente ad andare avanti nel solco tracciato negli ultimi due anni e mezzo. Si starebbe quindi attendendo la presidenza austriaca per un cambio di rotta per puntare così su messa in sicurezza delle frontiere e rimpatri.
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