Si sgonfia la vicenda dei Lotti di Valdragone? A sentire i diretti interessati sembrerebbe di sì. La cordata di imprenditori protagonista della vicenda infatti esce allo scoperto. Stanchi, riferisce l’avvocato che li rappresenta, Aldo Rocco Nocito, di venire coinvolti in fatti che non corrispondono alla realtà. Il famoso mister x dichiara apertamente Silvano De Biagi, sono io. Non c’è alcun politico coinvolto, prosegue, come annunciato da alcuni dei partiti di minoranza. E proprio oggi hanno presentato una denuncia contro Romeo Busignani, per appropriazione indebita. Insieme a loro infatti Busignani, aveva acquistato il lotto di 32 mila metri quadri a Valdragone al prezzo di 2 miliardi e 400 milioni, la proprietà era cosi suddivisa: il 90 per cento equamente diviso tra Silvano De Biagi, Michel Burgagni, Romeo Busignani e un imprenditore italiano del quale preferiscono tacere il nome, il restante 10 per cento a Paolo De Biagi. I terreni per reciproco accordo sono stati intestati alla Leasing sammarinese, per la quale Romeo Busignani era il conduttore della pratica. Ma, al momento di pagare le prime rate, così come pattuito, per gli altri soci un’amara sorpresa. Busignani aveva trasferito il bene a un’altra finanziaria, la Fingestus, che lo detiene attualmente, escludendo i compagni d’affari senza informarli. Nella denuncia al magistrato i 4 imprenditori si riservano di adire a vie legali anche per l’ingente danno subito dal polverone sollevato, le affermazioni di presunte corruzioni che sono circolate, dichiarano, non corrispondono al vero e non ci spieghiamo perché Busignani abbia pensato di consegnare i documenti ad alcuni politici sammarinesi. De Biagi e Burgagni, smentiscono categoricamente di aver avuto colloqui con politici. Nessuno, dichiarano, ci ha dato mai assicurazione che il terreno agricolo potesse essere trasformato in edificabile, certo, aggiungono avevamo la speranza che ciò avvenisse, ma nessuna certezza. Per noi si trattava comunque di un affare, dal momento che era stato pagato, 70 mila lire al metro quadro, contro un valore di mercato di almeno 150. I 4 lamentano anche un danno economico, considerato che non solo non hanno goduto della utili del terreno ma non sono rientrati neppure della somma anticipata, una ottantina di milioni.
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