Se Mario Monti apre un G8 quasi interamente monopolizzato dalla Grecia ma snobbato da Putin, a Roma i partiti si impantanano sulla Giustizia e, in ordine sparso, restano in attesa del responso delle urne per i ballottaggi di domenica. A Camp David il presidente del Consiglio, il cui consenso tra gli italiani secondo un sondaggio registrerebbe un ulteriore calo, spiega ai grandi del mondo la propria filosofia del rigore e della crescita. Ma nella maggioranza si riacutizzano contrasti che sembravano placati dopo il faccia a faccia tra il premier e Berlusconi. La modifica voluta da Pd e Dipietristi per irrigidire le sanzioni della legge anticorruzione fa scattare la reazione del Pdl, con Alfano a sostenere che “il governo rischia”. Il presidente della Camera Fini chiede che il Parlamento “approvi sollecitamente la legge anticorruzione”. Ma al momento le difficoltà sembrano insormontabili. Il Pd accusa di fare ostruzionismo il Pdl, che a sua volta, ribatte accusando Pd e Italia dei valori di “giustizialismo”. E mentre Bossi, sconvolto dalle inchieste che toccano lui e i figli, mediterebbe un addio alla politica, arriva l’impegno al via libera della riforma dei partiti alla Camera entro giovedì prossimo. E prosegue il confronto contrastato sulle riforme del lavoro e della legge elettorale: manca ancora l’accordo sia sull’art. 18 sia sul nuovo sistema di voto malgrado gli appelli di Napolitano. E gli occhi di tutti sono puntati sui ballottaggi delle amministrative. Soprattutto quelli di Berlusconi, che pensa ad una “Federazione dei moderati” che, nelle sue intenzioni, dovrebbe interessare anche Casini e Montezemolo ma non piace ai finiani.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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