Il Consiglio Centrale del Pdcs è chiamato ad eleggere il nuovo Presidente. Passaggio rilevante non solo per il ruolo, ricoperto per quattro anni da una figura di spessore come Pasquale Valentini, ma anche per i rapporti interni legati alla nomina, che arriva dopo un Congresso che ha richiamato con forza unità e identità, riconoscendo il prezioso apporto delle donne in politica e l'importante lavoro del movimento giovanile. Ogni partito chiamato a rinnovare i propri vertici cerca di favorire una candidatura unica come segnale di compattezza. Ma diversamente da quanto avvenuto per la riconferma a Segretario di Gian Carlo Venturini, unico nome sul tavolo, per il Presidente – salvo sorprese dell'ultima ora - sono due i consiglieri in corsa.
Si è candidato ufficialmente Lorenzo Bugli, sollecitato – scrive – “da molti amici storici della base” e sulla spinta dei giovani democristiani che, richiamandosi all'impegno del Congresso a valorizzare sempre più il loro contributo e a favorire la loro presenza negli organismi, spronano il partito ad un “riconoscimento meritocratico”, con la visione di un Pdcs sempre più proiettato verso il futuro. Forte del rapporto diretto costruito con la base, Bugli s'impegna a lavorare ad un maggior coinvolgimento e dialogo con le sezioni locali, a promuovere percorsi formativi e a rafforzare i rapporti internazionali.
Il secondo democristiano in corsa è Francesco Mussoni, che ha formalizzato la propria candidatura per “continuare a mettere a disposizione del partito l’esperienza maturata in oltre vent’anni di militanza”, nella convinzione che la DC, “forte del recente risultato elettorale, abbia le risorse e l’energia per consolidare ulteriormente il proprio ruolo, rafforzare i legami tra i suoi membri e promuovere il dialogo come strumento essenziale per affrontare le sfide che ci attendono”. Rimarca come la sua non sia una candidatura contro qualcuno, ma per il Pdcs. “Credo che lavorare insieme, coinvolgendo tutti – scrive - sia l’unica strada per dare continuità ai valori e agli ideali che il nostro partito rappresenta”.
Da una parte, quindi, un giovane che ha ricoperto per sei anni la presidenza dei GDC, contribuendo a rafforzare il movimento giovanile e che si è distinto nel tessere importanti legami internazionali, in primis con il PPE; dall'altra una figura di peso, con una lunga militanza nel partito, già capogruppo, Segretario di Stato a Sanità e Lavoro, oltre che Capitano Reggente.
È già accaduto, in passato, una corsa a due per il ruolo di Presidente ed è naturale che la DC, oggi come allora, punti ad una sintesi. Nel nome dell’unità Bugli pare sia pronto a fare un passo indietro, ma in favore di un altro giovane – avrebbe indicato una donna - che raccolga il consenso di tutti. A questo punto non resta che aspettare. Ma la sensazione è che la DC – questa sera – debba affidarsi al voto.