Le due forze hanno deciso, alle prossime consultazioni di novembre correranno insieme, sotto un’unica insegna. E’ un traguardo che arriva da lontano, frutto di una collaborazione partita in tempi pre-crisi e basata sulla spiccata volontà di rinnovare la politica, di spezzare quel connubio politica affari che a loro giudizio costituisce la vera emergenza del Paese. La scelta di andare a braccetto al giudizio degli elettori deriva anche dalla consapevolezza che nessuna delle due forze, con questo matrimonio politico, mette a rischio la propria identità, nessuno rischi di contaminare l’altro, così come non c’è alcuna incompatibilità di carattere ideologico. Insomma uniti nell’azione politica, senza schiacciare le reciproche connotazioni. Lavoreranno per la coalizione a guida Democristiana, quella che raccoglie tutte le forze di opposizione insieme ad Alleanza Popolare, ma ne entreranno ufficialmente a farne parte solo dopo che il programma sarà stato sottoscritto. Sì, perché il progetto sulle cose da fare è fondamentale, condizione essenziale per condividere l’impegno politico. Dunque una decisione sub judice, che dipenderà dalle condivisioni dei programmi e dalle analogie politiche per portare a compimento gli obiettivi. “Il nostro – spiegano – è un progetto politico che guarda lontano, oltre la scadenza elettorale, che vuole rinnovare profondamente la politica e che auspica altri lo possano condividere”. A chi gli fa notare l’assonanza berlusconiana rispondono: “E’ del tutto casuale, noi siamo nella terra della libertà e con questo termine intendiamo che ognuno deve sentirsi libero di esprimersi secondo le sue convinzioni”.
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