L’ultimo doveva essere il Consiglio dedicato alla politica estera. Così non è stato e così non sarà neppure per la sessione parlamentare al via domani. La maggioranza, secondo il capogruppo del Psrs Paolo Crescentini, ancora una volta ha preferito tacere. “Una scelta - dice - dettata dalla debolezza del Governo nei confronti dell’Italia”. “L’Esecutivo - per Simone Celli - sta affrontando una fase di grande difficoltà e questo - precisa - non ci rende felici perché in ballo ci sono gli interessi del Paese”. Secondo il Psrs neppure la maggioranza, in molti suoi settori, sa come stanno realmente le cose. “Ai Segretari agli Esteri e alle Finanze - dice Celli - è stata assegnata una delega in bianco e il Patto soffre per l’inconsistenza della loro azione”.
Promossa la relazione economica presentata da Gatti, mentre resta del tutto negativo il giudizio sulla secretazione degli accordi con l’Italia. “La politica estera - ribadisce Celli - non è argomento di parte”. Non è vero, secondo il Psrs che l’Ocse non offre spazio per contropartite. “Le maglie degli accordi - dice Silvia Cecchetti - sono fondamentali. Ci sono elementi che i piccoli Stati stanno negoziando e che sono riusciti ad ottenere: dall’esterovestizione alla retroattività”.
“Da dicembre ad oggi - dice Paride Andreoli - il Segretario alla Finanze ha radicalmente cambiato la sua posizione. Nel 2006 - precisa - la Dc disse no alla firma dell’intesa e Gatti tacque. Se quell’accordo fosse stato firmato adesso non sarebbe in crisi il sistema Paese e - aggiunge - allora ci sarebbe costato un dito, oggi siamo costretti ad amputarci una mano”. Andreoli teme un accordo unilaterale e, ribadisce: “dopo la firma cominceranno i problemi perché San Marino non sarà in grado di sostenere l’impatto della nuova economia”.
Sonia Tura
Promossa la relazione economica presentata da Gatti, mentre resta del tutto negativo il giudizio sulla secretazione degli accordi con l’Italia. “La politica estera - ribadisce Celli - non è argomento di parte”. Non è vero, secondo il Psrs che l’Ocse non offre spazio per contropartite. “Le maglie degli accordi - dice Silvia Cecchetti - sono fondamentali. Ci sono elementi che i piccoli Stati stanno negoziando e che sono riusciti ad ottenere: dall’esterovestizione alla retroattività”.
“Da dicembre ad oggi - dice Paride Andreoli - il Segretario alla Finanze ha radicalmente cambiato la sua posizione. Nel 2006 - precisa - la Dc disse no alla firma dell’intesa e Gatti tacque. Se quell’accordo fosse stato firmato adesso non sarebbe in crisi il sistema Paese e - aggiunge - allora ci sarebbe costato un dito, oggi siamo costretti ad amputarci una mano”. Andreoli teme un accordo unilaterale e, ribadisce: “dopo la firma cominceranno i problemi perché San Marino non sarà in grado di sostenere l’impatto della nuova economia”.
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©