Tutti contro Tremonti. Il giorno dopo il voto alla Camera che ha evitato al deputato del Pdl Marco Milanese di finire in carcere, nel partito di Berlusconi è polemica con il ministro dell’Economia. Su Tremonti, partito ieri in anticipo per Washington pur di non essere presente a Montecitorio quando si votava per salvare il suo ex braccio destro mancando anche al varo del documento di economia e finanza in Consiglio dei ministri, sarebbe calato anche il gelo di Berlusconi. Non si contano le dichiarazioni di biasimo di esponenti del Pdl, fino al responsabile Scilipoti che ne invoca senza giri di parole un passo indietro. Dimissioni, quelle di Tremonti, che a questo punto non dispiacerebbero al presidente del Consiglio: in lui, il premier vede un blocco alle riforme che intende varare nei prossimi tre mesi, da quelle per il contrasto alla crisi fino a quella della Giustizia e delle intercettazioni. Dichiarazioni ufficiali a parte, Tremonti sarebbe in freddo anche con la Lega, da sempre suo principale sponsor nel governo. Un fattore che potrebbe aprire la strada alle dimissioni del responsabile dell’Economia al suo rientro in Italia. Una situazione che preoccupa non poco il presidente Napolitano, in ansia per le nuove performance negative dei mercati, e gli industriali, con la Marcegaglia a reclamare “velocemente un cambiamento vero”. Di questo passo, pronosticano i centristi dell’Udc, si potrebbe arrivare ad elezioni già nel prossimo marzo. “Il governo è finito”, sbotta Anna Finocchiaro del Pd, mentre Di Pietro ammonisce: “in questa situazione si rischia la rivolta sociale”.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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