"Qualche settimana fa avevamo richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla necessità e sull’urgenza di cambiare rotta dal punto di vista delle politiche economiche da mettere in campo per superare la recessione iniziata nel corso dell’ultimo trimestre del 2008. Non volevamo essere considerati i soliti profeti di sventura dell’opposizione, ma intendevamo sviluppare un’analisi realista e concreta sulle effettive condizioni generali del Paese.
Ora, anche i dati economici dell’ultimo bollettino di statistica confermano che la crisi non sta affatto allentando la presa.
A fine 2014 si è registrato un calo del numero di imprese (-103) ed un sostanziale incremento percentuale del tasso di disoccupazione che arriva a sfiorare il 10%. Sono quasi 1.600 le persone che non hanno un posto di lavoro e – aspetto a dir poco drammatico – di queste circa un terzo risultano essere giovani tra i 20 e i 29 anni.
Le convinzioni e l’ottimismo, dispensati in questi ultimi mesi da diversi esponenti di governo e maggioranza, si sono rivelati del tutto infondati. Gli indicatori statistici – nella loro crudezza – riportano tutti con i piedi per terra e ci conducono ad affermare che è ancora lunga e tortuosa la strada per la ripresa.
C’è un dato di fatto inconfutabile: la politica economica del Governo di Bene Comune non funziona. Occorre modificare impostazione al più presto, perché così non si può andare avanti.
Però non intendiamo limitare la nostra azione alla sola critica distruttiva, che tra l’altro sarebbe inutile visto che non porterebbe alcun beneficio al Paese.
Lanciamo nuovamente l’appello ad aprire un confronto serio su alcune proposte che abbiamo avanzato nei giorni scorsi e che sicuramente darebbero ricadute positive in tempi rapidi per la nostra economia.
La promozione del sistema economico e finanziario sammarinese attraverso l’elaborazione di un piano di marketing territoriale, l’abbattimento della burocrazia, la semplificazione del rito civile per i contenziosi in materia commerciale e civile, l’abolizione del regime concessorio, la riforma del mercato del lavoro, la liberalizzazione del commercio al dettaglio e la realizzazione di una struttura alberghiera di altissimo livello con procedure certe e trasparenti, sono temi su cui si può intervenire molto velocemente se c’è una forte determinazione politica.A questo punto nasce spontaneamente un interrogativo: governo e maggioranza sono in grado di raccogliere la sfida del rilancio del Paese aprendo una nuova fase politica caratterizzata dalla ricerca di un ampio sostegno politico e da un diffuso consenso sociale su scelte strategiche di fondo orientate a garantire una prospettiva solida alla Repubblica di San Marino? Oppure l’enigmatica verifica ancora in corso servirà soltanto a ritrovare un equilibrio all’interno della maggioranza, ricomponendo i pezzi di un puzzle sempre più caotico?
Non spetta a noi dare la risposta, speriamo solo che possa arrivare in fretta.
Non c’è più tempo da perdere, il Paese rischia di finire nel baratro".
comunicato stampa
Partito Socialista
Ora, anche i dati economici dell’ultimo bollettino di statistica confermano che la crisi non sta affatto allentando la presa.
A fine 2014 si è registrato un calo del numero di imprese (-103) ed un sostanziale incremento percentuale del tasso di disoccupazione che arriva a sfiorare il 10%. Sono quasi 1.600 le persone che non hanno un posto di lavoro e – aspetto a dir poco drammatico – di queste circa un terzo risultano essere giovani tra i 20 e i 29 anni.
Le convinzioni e l’ottimismo, dispensati in questi ultimi mesi da diversi esponenti di governo e maggioranza, si sono rivelati del tutto infondati. Gli indicatori statistici – nella loro crudezza – riportano tutti con i piedi per terra e ci conducono ad affermare che è ancora lunga e tortuosa la strada per la ripresa.
C’è un dato di fatto inconfutabile: la politica economica del Governo di Bene Comune non funziona. Occorre modificare impostazione al più presto, perché così non si può andare avanti.
Però non intendiamo limitare la nostra azione alla sola critica distruttiva, che tra l’altro sarebbe inutile visto che non porterebbe alcun beneficio al Paese.
Lanciamo nuovamente l’appello ad aprire un confronto serio su alcune proposte che abbiamo avanzato nei giorni scorsi e che sicuramente darebbero ricadute positive in tempi rapidi per la nostra economia.
La promozione del sistema economico e finanziario sammarinese attraverso l’elaborazione di un piano di marketing territoriale, l’abbattimento della burocrazia, la semplificazione del rito civile per i contenziosi in materia commerciale e civile, l’abolizione del regime concessorio, la riforma del mercato del lavoro, la liberalizzazione del commercio al dettaglio e la realizzazione di una struttura alberghiera di altissimo livello con procedure certe e trasparenti, sono temi su cui si può intervenire molto velocemente se c’è una forte determinazione politica.A questo punto nasce spontaneamente un interrogativo: governo e maggioranza sono in grado di raccogliere la sfida del rilancio del Paese aprendo una nuova fase politica caratterizzata dalla ricerca di un ampio sostegno politico e da un diffuso consenso sociale su scelte strategiche di fondo orientate a garantire una prospettiva solida alla Repubblica di San Marino? Oppure l’enigmatica verifica ancora in corso servirà soltanto a ritrovare un equilibrio all’interno della maggioranza, ricomponendo i pezzi di un puzzle sempre più caotico?
Non spetta a noi dare la risposta, speriamo solo che possa arrivare in fretta.
Non c’è più tempo da perdere, il Paese rischia di finire nel baratro".
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Partito Socialista
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