Dopo la sospensione della seduta consiliare di ieri sera oggi il Psd ha tenuto una conferenza stampa. 'Un atto di contestazione contro chi usa l’insulto e la calunnia come strumento politico al posto della civile dialettica'. Così il Partito dei Socialisti e democratici commenta, il giorno dopo l’abbandono dell’aula parlamentare, il gesto seguito alle dimissioni di Giuseppe Morganti. Il presidente del PSD, fortemente risentito per le parole di Tito Masi, ha presentato alla Reggenza una lettera nella quale definisce infamanti le accuse del Capogruppo di Alleanza Popolare. 'Rassegno il mio incarico di consigliere – scrive Morganti – in quanto ritengo che di fronte a questo livello di scontro politico non abbia altre armi per rispondere efficacemente'. Dimissioni respinte nella nottata dal suo gruppo consigliare, riunito d’urgenza. Proprio in apertura della sessione consigliare la Reggenza aveva rivolto un appello al senso di responsabilità dei parlamentari e un invito al rispetto del ruolo delle istituzioni. Un richiamo che, secondo la maggioranza, è caduto nel vuoto. Il PSD parla di spregio dell’invito della Reggenza e ricorda le reiterate sollecitazioni. 'Non chiediamo – aggiunge – un atteggiamento benevolo delle opposizioni, ma non si può assistere ad ingiurie e calunnie generalizzate che non solo offendono i consiglieri ma snaturano il Consiglio nel suo ruolo e nei suoi compiti. E’ esplosa una situazione latente da tempo. Adesso si deve aprire una nuova fase che ripristini il dialogo nei suoi toni più consoni'.
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