E' una guerra di nervi. Le due anime del Psd - dicevamo ieri - sono separate in casa e a quella casa nessuno vuole rinunciare. In via Rovelino è in corso il primo di una serie di incontri con la Dc e la corrente di minoranza potrebbe mettere a dura prova le convergenze. Ma non è solo la Dc ad essere chiamata al tavolo. Ieri sera, durante la riunione di Segreteria e Gruppo Consiliare, si è deciso di farlo anche con SSD, a dimostrazione che c'è ancora la volontà di coinvolgere Su e Labdem nel percorso. Valutato anche l'assetto del partito a seguito delle dimissioni del Segretario. Nessun nuovo organismo: saranno i vertici a riempire il vuoto lasciato dalla Lazzarini. Guardando oltre, il cielo degli indecisi è sempre più grigio. Noi Sammarinesi continua il confronto interno, pare che la riunione di lunedì sia stata alquanto burrascosa e un nuovo incontro – l'ennesimo – è stato fissato per questa sera. Le posizioni restano distanti e nessuno sa dire se e quando si troverà la quadra. E' tempo di decidere: con la Dc o con Movimento Democratico? In corsa da soli o in lista con altri? Dialettica accesa anche in Civico 10, dove c'è chi dà per imminente la spaccatura. C'è chi, fuori microfono, parla di notizie diffuse per azzerare il potenziale del gruppo. Ma Ciacci conferma la fuoriuscita: ci sono state differenze di vedute sulla scelta intrapresa – spiega- e alcuni componenti hanno deciso momentaneamente di staccarsi dal Movimento”. Si dice anche certo che torneranno sui loro passi se vedranno raggiunti tutti gli obiettivi fissati dalla coalizione. Nessuna incertezza, invece, per la Dc. La vecchia Signora osserva quel che le accade intorno con sguardo disincantato. “La critica è molto facile e proficua quando si sta all'opposizione – dice Marco Gatti - soprattutto perché non si deve prestare troppa attenzione alle scelte. Quando si governa bisogna invece avere la capacità e la determinazione di decidere nel minor tempo e nella consapevolezza che l'unanimità non è possibile perché porta o a non decidere o a scelte che non sono le migliori”. Il Segretario Dc riconosce l'importanza della dialettica interna come elemento di democrazia “ma alla fine – dice - bisogna essere in grado di accettare quando si è in minoranza, altrimenti non c'è capacità di poter esprimere un'azione di governo”. Chi vuole intendere intenda.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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