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Referendum, coalizione di maggioranza: "Sui quesiti, informazioni forvianti e demagogiche"

6 mag 2016
ReferendumReferendum, coalizione di maggioranza: "Sui quesiti, informazioni forvianti e demagogiche"
Referendum, coalizione di maggioranza: "Sui quesiti, informazioni forvianti e demagogiche" - Posizione unanime tra i partiti della coalizione di maggioranza: “Andate a votare”.
Posizione unanime tra i partiti della coalizione di maggioranza: “Andate a votare”. Sostanzialmente vicini nell'orientamento di voto: 4 NO, da parte di PDCS e PSD, mentre AP pone un distinguo, sul quesito per l'abolizione del quorum referendario, lasciando all'elettore libertà di voto. “Una scelta che deriva dalla nostra storia politica – spiega il Presidente della Assemblea di AP, Diego Ercolani – trattandosi di una proposta maturata in passato proprio in seno al nostro gruppo di Alleanza Giovanile”. Dalla coalizione una consapevolezza: “l'informazione sui contenuti come sugli effetti del voto referendario è scarsa, laddove non forviante e demagogica” e lanciano l'appello agli elettori ad informarsi. In testa, il quesito che, chiedendo l’abrogazione della variante di PRG di Rovereta, di fatto fermerebbe la realizzazione del Polo della Moda. Insiste il segretario del PDCS, Marco Gatti: “Si stanno raccontando falsità – dice - invitando a leggere direttamente i termini dell'accordo: “La convenzione per il Polo del Lusso a San Marino – spiega – è passata al vaglio del Consiglio Grande e Generale, è un atto pubblico, consultabile da tutti”.
“Voci scorrette anche in merito a tutti gli altri referendum” – rincara il segretario del partito dei Socialisti e dei Democratici, Marina Lazzarini: “un attacco strumentale all'esecutivo, per cui non importa il contenuto del quesito, importa solo dar contro al governo” e denuncia il rischio di sottovalutare ora le conseguenze del voto, per doversene pentire poi.
“Ragionare con la testa e non con la pancia”, lo chiede anche Diego Ercolani di AP sul referendum che fissa a 100mila euro lordi il tetto per le retribuzioni dei dipendenti pubblici, che - spiega - “rischia di disincentivare l'accesso di professionisti qualificati in determinati ruoli e non risolve il problema di avere persone inadeguate al proprio compito".

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