Una questione destinata a creare nuove reazioni politiche quella sulla Palestina. Animi accesi in Consiglio nel pomeriggio di giovedì 1 agosto sul progetto di legge di Rete per il riconoscimento dello Stato mediorientale. Un dossier complesso che include scelte di politica estera. Per il movimento - che chiede un messaggio forte - è necessario stabilire subito relazioni diplomatiche con i rappresentanti del popolo palestinese.
Ma il segretario agli Esteri, Luca Beccari, ha messo un freno all'iniziativa, sostenendo che il riconoscimento di uno Stato non può avvenire tramite legge. Il Governo rivendica l'impegno in sostegno dei palestinesi, dalle iniziative in sede Onu al percorso di progressivo riconoscimento messo nero su bianco nel programma di Governo. Dalla maggioranza, e non solo, l'invito a ponderare le scelte. Ma i toni si sono alzati. Rabbia e delusione tra i banchi di Rete. “Nessuna censura”, la replica di Beccari.
Alla fine si è arrivati a tre ordini del giorno di cui uno della maggioranza per accreditare la rappresentanza diplomatica palestinese. E non è escluso che alcune forze di opposizione aderiranno. Rete presenta invece un odg esplicito in cui si esorta il Governo a riconoscere il Paese. Da Repubblica Futura il terzo ordine del giorno per arrivare a “due popoli, due Stati”. Seduta chiusa anticipatamente: gli odg saranno votati al termine della sessione, a fine agosto, dopo i decreti.
All'indomani della discussione, il movimento non molla e boccia il testo della maggioranza: “Non intendiamo accontentarci di posizioni ambigue e impegni vaghi. Continueremo a combattere questa battaglia di civiltà”. Inflessibile Beccari: “Nessuna volontà di rimandare la questione: questa strada – rimarca - prevede i dovuti passaggi”. E invia un plauso a tutti i gruppi parlamentari, per l'impegno dimostrato in Aula.