San marino necessitava indubbiamente di una riforma della legge sul catasto.
La norma precedente era infatti decisamente datata, obsoleta, con evidenti mancanze in termini di tipologie di unità immobiliari e non più congruenza dei valori catastali indicati. Unione per la Repubblica con il Partito Socialista ha presentato nel 2013 un progetto di legge per la riforma del Catasto poiché ritenevamo l’argomento rilevante e necessario per attuare una serie di riforme strutturali nel Paese.
La nostra proposta legge, dopo una serie di incontri preliminari nel 2013 che ci sembravano mostrare un atteggiamento di governo e maggioranza aperto a dialogo su questo tema, non è stata alla fine presa in minima considerazione e il testo approvato ieri è stato solo il frutto di mediazioni interne alla maggioranza.
Operazione legittima in cui non vi è nulla di straordinario, ci sarebbe solo piaciuto che almeno le nostro proposte fossero state almeno prese in considerazioni ma così non è stato e è per questa motivazione che abbiamo espresso voto contrario sulla legge.
Non intendiamo polemizzare, ma riteniamo più costruttivo entrare nel merito della riforma approvata, segnalando alcuni aspetti a nostro modo di vedere non positivi.
Primo punto, la legge ha un numero considerevole di rimandi a fonti legislative secondarie ancora da scrivere che rendono oscuri molti aspetti operativi e esecutivi del provvedimento. Decreti delegati, regolamenti del Congresso di Stato, circolari dell’Ufficio del catasto presenti in molti punti del testo continuano una prassi legislativa di governo e maggioranza che non condividiamo. Si spostano i problemi e poi – vedi riforma tributaria con decreto Smac – i nodi vengono in evidenza con evidenti criticità per cittadini e Amministrazione.
La nuova legge rivoluzionerà il metodo di calcolo al fine della tassazione delle proprietà immobiliari e questo è uno dei punti di maggiore evidenza del testo e oggetto anche di forti polemiche. La legge abrogata, sia settore fabbricati che terreni, faceva riferimento alla rendita catastale, calcolata considerando la redditività catastale media ordinaria, da effettuarsi sulla base dei canoni d’affitto ordinariamente retraibili con riferimento ai dati di mercato, detratte da una serie di spese annue come l’assicurazione, i crediti inesigibili.
La nuova legge ha introdotto, senza però specificare ancora come, e in quale percentuale, un metodo di calcolo comprensivo sia della rendita catastale, sia il valore patrimoniale, elemento che potrà comportare notevoli differenze rispetto ai valori attuali per alcune tipologie di proprietà immobiliari.
UPR concorda sulla necessità di avere un provvedimento normativo moderno in materia di catasto, evidenziando per correttezza e onesta intellettuale che ci sono anche alcuni elementi interessanti nel testo licenziato dal Consiglio Grande e Generale.
Tuttavia rileviamo però anche fattori di criticità che potrebbero mettere potenzialmente in seria difficoltà chi opera nel settore e i cittadini con situazioni che si sarebbero potute evitare modificando alcuni aspetti e indicando già gli elementi rinviati alle fonti normative secondarie.
Comunicato stampa Unione per la Repubblica
La norma precedente era infatti decisamente datata, obsoleta, con evidenti mancanze in termini di tipologie di unità immobiliari e non più congruenza dei valori catastali indicati. Unione per la Repubblica con il Partito Socialista ha presentato nel 2013 un progetto di legge per la riforma del Catasto poiché ritenevamo l’argomento rilevante e necessario per attuare una serie di riforme strutturali nel Paese.
La nostra proposta legge, dopo una serie di incontri preliminari nel 2013 che ci sembravano mostrare un atteggiamento di governo e maggioranza aperto a dialogo su questo tema, non è stata alla fine presa in minima considerazione e il testo approvato ieri è stato solo il frutto di mediazioni interne alla maggioranza.
Operazione legittima in cui non vi è nulla di straordinario, ci sarebbe solo piaciuto che almeno le nostro proposte fossero state almeno prese in considerazioni ma così non è stato e è per questa motivazione che abbiamo espresso voto contrario sulla legge.
Non intendiamo polemizzare, ma riteniamo più costruttivo entrare nel merito della riforma approvata, segnalando alcuni aspetti a nostro modo di vedere non positivi.
Primo punto, la legge ha un numero considerevole di rimandi a fonti legislative secondarie ancora da scrivere che rendono oscuri molti aspetti operativi e esecutivi del provvedimento. Decreti delegati, regolamenti del Congresso di Stato, circolari dell’Ufficio del catasto presenti in molti punti del testo continuano una prassi legislativa di governo e maggioranza che non condividiamo. Si spostano i problemi e poi – vedi riforma tributaria con decreto Smac – i nodi vengono in evidenza con evidenti criticità per cittadini e Amministrazione.
La nuova legge rivoluzionerà il metodo di calcolo al fine della tassazione delle proprietà immobiliari e questo è uno dei punti di maggiore evidenza del testo e oggetto anche di forti polemiche. La legge abrogata, sia settore fabbricati che terreni, faceva riferimento alla rendita catastale, calcolata considerando la redditività catastale media ordinaria, da effettuarsi sulla base dei canoni d’affitto ordinariamente retraibili con riferimento ai dati di mercato, detratte da una serie di spese annue come l’assicurazione, i crediti inesigibili.
La nuova legge ha introdotto, senza però specificare ancora come, e in quale percentuale, un metodo di calcolo comprensivo sia della rendita catastale, sia il valore patrimoniale, elemento che potrà comportare notevoli differenze rispetto ai valori attuali per alcune tipologie di proprietà immobiliari.
UPR concorda sulla necessità di avere un provvedimento normativo moderno in materia di catasto, evidenziando per correttezza e onesta intellettuale che ci sono anche alcuni elementi interessanti nel testo licenziato dal Consiglio Grande e Generale.
Tuttavia rileviamo però anche fattori di criticità che potrebbero mettere potenzialmente in seria difficoltà chi opera nel settore e i cittadini con situazioni che si sarebbero potute evitare modificando alcuni aspetti e indicando già gli elementi rinviati alle fonti normative secondarie.
Comunicato stampa Unione per la Repubblica
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