“Da questo momento Nuova San Marino è fuori dal Partito Socialista. Anzi, da “quel” Partito Socialista. Rimanere a farne parte significherebbe fare da paravento ad una scatola vuota, che di socialista non ha più niente. Noi intendiamo invece salvaguardare il nostro patrimonio storico”. Con queste parole, oggi Augusto Casali si è congedato dal PSS, e la sua corrente interna si prepara a divenire un movimento autonomo. Nome e simbolo per ora non si conoscono, verranno presentati ufficialmente al Consiglio Grande e Generale del prossimo 29 ottobre. La rottura con la dirigenza del garofano era ormai irrimediabile. Secondo Casali, all’ultimo incontro del 14 ottobre, le priorità considerate irrinunciabili da Nuova San Marino sono state del tutto disattese, “abbiamo aspettato anche più del previsto – ha affermato – volevamo che il PSS si guardasse dentro, che iniziasse l’opera di rinnovamento più volte auspicata. Ci è stato detto che questa avverrà con la formazione del nuovo Governo, ma sui tempi della crisi c’è ancora troppa incertezza”. L’altra richiesta riguardava il processo di unificazione coi Democratici, che Nuova San Marino avrebbe voluto congelare poiché ogni decisione, a loro giudizio, è stata presa senza il coinvolgimento del popolo socialista. “I dirigenti del PSS sono stati sfuggenti – ha continuato Casali – e la cosa più grave è che non hanno presentato alcuna controproposta. Quindi, stavamo solo perdendo tempo”. Secondo Dario Manzaroli, i tanti problemi del Paese devono avere la preminenza su tutto. “Facciamo anzi appello a tutti i sammarinesi – ha detto – affinché compiano il proprio dovere. Il Paese ha bisogno della sua coscienza critica, tutti indistintamente devono dare una mano”.
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