Si è discusso soprattutto di economia e delle prospettive future per San Marino nel corso della serata pubblica cui hanno partecipato esponenti delle forze politiche che comporranno la coalizione guidata dalla Democrazia Cristiana.
Tutti concordi sulla presenza di indicatori positivi, a patto che si intervenga in alcuni settori, a cominciare da quello bancario-finanziario, ormai da tempo nell’occhio del ciclone, fino ad aspetti di economia reale in genere. “Senza azioni mirate – hanno ammesso i protagonisti del dibattito – il Paese rischia di andare verso il declino. Chi dovrà governare, avrà dunque un compito molto difficile da assolvere. Servono per questo progetti concreti e capacità notevoli”.
Ribadita l’importanza di definire il rapporto con l’Italia, punto di partenza per lo sviluppo futuro del Paese. “L’esclusione di San Marino dalla white list – si è detto – è dovuta proprio alla mancanza dell’accordo di cooperazione con l’Italia, compreso l’aspetto della doppia imposizione fiscale”. Affrontata inoltre la questione relativa alla nomina, ancora vacante, del presidente di Banca Centrale, per cui a suo tempo – ha confermato Tito Masi – “non si è raggiunta un’intesa in Congresso di Stato”. PSD, Sinistra Unita e AP avevano proposto un nome altamente qualificato, di nazionalità italiana, mentre i DdC avevano posto la pregiudiziale della nazionalità sammarinese per l’eventuale nuovo incaricato. Sottolineata infine dal segretario generale dell’ANIS Carlo Giorgi, la mancanza, negli ultimi anni, della figura di uno statista vero e proprio nella politica sammarinese, ora persa nell’instabilità.
Tutti concordi sulla presenza di indicatori positivi, a patto che si intervenga in alcuni settori, a cominciare da quello bancario-finanziario, ormai da tempo nell’occhio del ciclone, fino ad aspetti di economia reale in genere. “Senza azioni mirate – hanno ammesso i protagonisti del dibattito – il Paese rischia di andare verso il declino. Chi dovrà governare, avrà dunque un compito molto difficile da assolvere. Servono per questo progetti concreti e capacità notevoli”.
Ribadita l’importanza di definire il rapporto con l’Italia, punto di partenza per lo sviluppo futuro del Paese. “L’esclusione di San Marino dalla white list – si è detto – è dovuta proprio alla mancanza dell’accordo di cooperazione con l’Italia, compreso l’aspetto della doppia imposizione fiscale”. Affrontata inoltre la questione relativa alla nomina, ancora vacante, del presidente di Banca Centrale, per cui a suo tempo – ha confermato Tito Masi – “non si è raggiunta un’intesa in Congresso di Stato”. PSD, Sinistra Unita e AP avevano proposto un nome altamente qualificato, di nazionalità italiana, mentre i DdC avevano posto la pregiudiziale della nazionalità sammarinese per l’eventuale nuovo incaricato. Sottolineata infine dal segretario generale dell’ANIS Carlo Giorgi, la mancanza, negli ultimi anni, della figura di uno statista vero e proprio nella politica sammarinese, ora persa nell’instabilità.
Riproduzione riservata ©